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Picasso – Il linguaggio delle idee

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                                          Picasso – Il linguaggio delle idee

di Antonella D’Ambrosio

 Non si finisce mai di ammirare Picasso, anche la mostra inaugurata da poco, a Roma al Museo della Fanteria, ci apre nuove prospettive sul genio. Già dal titolo è accattivante: “Picasso – Il linguaggio delle idee”, articolata in sei sezioni con oltre 100 opere, segue diverse tappe del percorso artistico di Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, Francia, 1973), pittore, incisore e scultore; tappe scandite da incontri personali e sperimentazioni creative che hanno ispirato e caratterizzato il suo approccio all’arte e la fusione di linguaggi, dalla giovinezza trascorsa in Spagna, fino all’ultimo periodo della sua vita in Costa Azzurra. Ecco le parole di Joan Abelló, curatore della mostra con Marco Ancora e Carlotta Muiños, per illustrato il progetto e la filosofia dell’esposizione: “Questa mostra non è la solita esposizione con quadri in olio su tela, ma una rassegna della vita, dell’artista, delle idee e delle sperimentazioni artistiche di Pablo Picasso. L’artista gallego, catalano e infine spagnolo, dopo aver dipinto per anni, voleva misurarsi in altri modalità espressive e quando iniziò ad ospitare a casa sua, lo studio in rue Des Grands-Augustins a Parigi, numerosi artisti, scrittori, poeti che fuggivano dalla Spagna per il regime franchista, trovò l’ispirazione per diverse forme della sua espressione artistica. Qui al Museo della Fanteria a Roma è possibile capire l’uomo e anche l’artista e poter, ulteriormente, leggere le opere di Pablo Picasso”.

Picasso in veste di torero, fotografato da Edward Quinn.

Picasso in veste di torero fotografato da Edward Quinn.

 Nella prima sezione, intitolata Picasso, gli amici, le donne, ricordiamo che la storia dell’arte classifica le opere del Maestro attraverso periodi segnati dalle sue relazioni con le donne, amanti, mogli, o amiche, la mostra presenta 17 opere provenienti da collezioni private e museali internazionali, tra cui 12 incisioni ad acquatinta della serie Sable Mouvant (“Reproduction after a work”) realizzate nel 1966 da Picasso per illustrare il testo del poeta Pierre Reverdy, la litografia “Due Donne nude” (1969) e altre opere grafiche after work, come “Arlequin et sa compagne” (Les Deux Saltimbanques), oltre a un dipinto a olio della musa e amante, la modella e scrittrice Fernande Olivier e a quello dell’amico Àngel Fernández de Soto. La curatrice Carlotta Muiños ha parlato della seconda sezione, di particolare importanza e godibilità, intitolata I linoleum, una nuova scoperta: Picasso, infaticabile sperimentatore, tra il 1958 e il 1963 si dedicò alla linoleografia, sviluppando la variante a forma persa. Della produzione realizzata con questa tecnica, e usualmente poco presente nelle mostre, l’esposizione di Roma ospita 20 esemplari a colori della suite Linoleos. Picasso sfruttò la duttilità del nuovo materiale e la facilità d’uso delle sgorbie sul linoleum, disegnando praticamente sulla lastra mentre sollevava il materiale, lasciando in rilievo la superficie della matrice che avrebbe ricevuto l’inchiostro. Le sue esperienze con altri tipi di stampa, come l’intaglio, resero Picasso un maestro consumato di strumenti come il bulino, che permette di rimuovere il metallo dalle dure lastre di rame per creare delle incisioni. Con il linoleum, tuttavia, l’artista scoprirà che la sgorbia non richiede una pressione o una forza eccessiva per rimuovere il materiale dalla lastra, che si stacca da solo, senza bisogno, come nel caso del bulino e del rame, di un taglierino per rimuovere definitivamente il metallo in rilievo. Ciò consente al tratto di mantenere la sua freschezza originale e riflette più fedelmente la capacità dell’artista di giocare con le linee.

"Donna che fuma" (1906-7), Fernande Olivier. Collezione privata Firenze.

“Donna che fuma” (1906-7), Fernande Olivier. Collezione privata Firenze.

 La terza sezione è dedicata a “Le Tricorne”, ossia alle ispirazioni artistiche che Picasso trasse dai Balletti Russi dal 1917, realizzando anche riproduzioni dei 24 disegni (“Reproduction after a work” ) per il balletto spagnolo “Le Tricorne” esposti in mostra. Picasso insiste sempre sull’idea che nella sua opera «gli stili non esistono» e questo è testimoniato dal lavoro fatto in collaborazione con Parade, un balletto russo con i testi del suo amico Jean Cocteau. Grazie a lui Picasso, nel 1917, incontra a Roma Sergej Diaghilev, fondatore dei Balletti russi che chiederà al genio la creazione delle scene, dei costumi e del sipario di Parade. La quarta sezione, intitolata Ultimo periodo: Côte d’Azur, foto e mostre, presenta, oltre ai manifesti di alcune mostre di Picasso, anche 15 immagini degli ultimi anni della vita dell’artista, realizzate dagli amici fotografi Edward Quinn e André Villers, osservatori privilegiati della quotidianità della famiglia Picasso e di momenti pubblici vissuti in Costa Azzurra.

Riproduzione da "Le Tricorn" (1920), copyright succession Picasso, by SIAE 2025.

Riproduzione da “Le Tricorn” (1920), copyright succession Picasso, by SIAE 2025.

 ”Carnet de la Coruña”, 1895 è la quinta sezione, con una edizione in facsimile (1971) del carnet di 107 disegni giovanili di Picasso, prestito del Museo Picasso de La Coruña, proprietario dell’esemplare in mostra, che ha fatto la scansione dei 107 disegni che contiene, cioè le prime opere di Picasso, realizzate intorno ai suoi 13-14 anni: si possono vedere, singolarmente, nella sala video, per scoprire ulteriormente il suo precoce talento. Il sesto nucleo espositivo, intitolato Arti minori e sperimentazioni, racconta l’arte di Picasso attraverso diverse litografie degli anni ’40 e 8 esemplari della vasta produzione in ceramica degli anni ’50 in collaborazione con il laboratorio Madoura di Vallauris in Provenza-Costa Azzurra. Picasso fu il primo a intuire il potenziale artistico della ceramica, aprendole la strada verso il design d’autore e verso ulteriori sperimentazioni da parte di numerosi artisti di tutto il mondo. Suzanne Ramié, proprietaria, insieme a Georges del laboratorio di ceramiche Madoura, condivise con lui la sua vasta esperienza, insegnandogli tutti i segreti della ceramica. I manufatti spaziavano da vasi, sculture, placche, piastre fino ad un servizio completo per la cena. I temi familiari comprendevano scene di corrida, ritratti e natura: capre, uccelli e pesci. In 24 anni furono creati centinaia di pezzi in edizione limitata, tutti incisi con il marchio di Madoura.

I curatori della mostra: Joan Abello, Marco Ancora e Carlotta Muinos.

I curatori della mostra, da sinistra a destra Marco Ancora, Joan Abello e Carlotta Muinos.

 La mostra, prodotta da Navigare Srl per iniziativa culturale promossa da Ministero della Difesa e Difesa Servizi S.p.A.,gode del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Ambasciata di Spagna a Roma, Instituto Cervantes Roma e CIU Unionquadri. Main sponsor della mostra è MBDA, azienda che opera nel settore della difesa e sicurezza di persone e nazioni, e che investe nella promozione di eventi ed iniziative culturali di Difesa Servizi S.p.A. con la collaborazione delle Forze Armate, con l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una consapevole conoscenza e cultura della difesa.

Picasso – Il linguaggio delle idee
Roma Museo della Fanteria dell’Esercito Italiano, Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7 dal 4 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026 .
Orari di apertura: lunedì – venerdì ore 9:30 – 19:30 (biglietto intero 13 euro) sabato, domenica e festivi: ore 9:30 – 20:30 (biglietto intero 15 euro)                          Per informazioni www.navigaresrl.com

1 Commentoa“Picasso – Il linguaggio delle idee”

  1. Loredana Stella // 14 ottobre 2025 a 8:18 // Rispondi

    Articolo chiaro e accattivante. Induce alla visita di questa mostra .

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