mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

Arte della Slovacchia al Quirinale

6  Certamente pochi sanno che a Levoca, cittadina situata nel nord est della Slovacchia, nella chiesa di San Giacomo si trova l’altare ligneo più alto del mondo. Quasi 19 metri, una meraviglia tardo gotica il cui autore è Maestro Pavol,  scultore del quale si conosce poco non solo della vita ma della sua formazione artistica. Eppure ha creato autentici capolavori, dossali d’altare, statue lignee, tutto un prezioso patrimonio che, non a caso, è tutelato dall’Unesco. Ed alcuni splendidi esempi di questo patrimonio sono ora in mostra al Quirinale, in occasione della prima Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea affidata alla Repubblica Slovacca.

  Una degna celebrazione nel segno della Bellezza, perché la prima opera di autore ignoto del ‘500 che accoglie il visitatore, dove figurano la Madonna con il Bambino e Sant’Anna, è di finissima fattura. Pur rivelando influssi -peraltro scontati- della  pittura nord europea (i grandi maestri come Pacher, Memling, Durer), ha un tratto ingentilito che rimanda all’arte veneta (in particolare il Giambellino). Ma interessante ne è l’aspetto diciamo così antropologico, con i personaggi di sfondo che appaiono impegnati nei lavori in miniera, facendo dell’opera il documento di un’attività che da secoli costituisce il perno dell’economia slovacca (e ci sono anche i mestieri, vedi il fabbro con la sua bottega).

  Maestro Pavol è presente con sculture lignee di enorme fascino sia per la complessità dell’opera in sé, sia per la sua tendenza ad una interiorizzazione drammatica. Così il pathos che si sprigiona dal Cristo sulla croce, figura dalla sofferenza terribilmente umana, che si sublima poi nel “Compianto”. Qui tutti i personaggi che fanno da corona, Maria, Giovanni, la Maddalena, le pie donne, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, appaiono compenetrati dal dramma che l’arte di Pavol  riesce ad esprimere nelle fisionomie e negli atteggiamenti. Un verismo d’insieme che colpisce per la sua forza espressiva, dove il tocco squisitamente artigianale raggiunge vertici assoluti. Come, citando altri suoi lavori presenti in mostra, avviene per l’altare della Natività, gruppo corale inserito in una struttura lignea a differenza del bellissimo presepe, dove ogni figura vive di una sua propria plasticità. Singolare poi la “Meditatio Christi”, il Salvatore alla vigilia del supremo sacrificio che, seduto su una roccia, s’interroga sul senso del suo atto e dallo sguardo malinconico traspare il Dubbio. E forse è proprio qui, nell’espressione e nella gestualità non comuni per l’epoca, che l’arte di Pavol si fa punto di passaggio dal tardo gotico alla Rinascenza.

  Per la pittura cito una dolcissima Adorazione dei Magi, di Hans T, dove sono evidenti gli influssi veneti, e la Passione di Cristo, una serie di tavole d’altare di grande effetto figurativo. Molto interessanti gli arredi liturgici, in quanto rivelano tutta l’abilità dei mastri orafi slovacchi, che lavoravano di cesello sui prodotti delle miniere (ora e argento la risorsa primaria). Ed ecco un elegantissimo ostensorio a tendenza filiforme, con la crocifissione quale cuspide, e poi calici (in particolare quello dorato con incastonate le monete romane, da Adriano in poi), turiboli, bacili battesimali, un “antependium” (paliottod’altare), una pianeta, un pregevole “Decretum Graziani”, raro incunabolo di diritto canonico del XV secolo. E spesso ricorrono i simboli, come il pellicano, allegoria della Chiesa, e il cervo, la purezza o sete di Dio (“Sicut cervus”, Salmo 41:2, che Palestrina reinterpretò in un suo famoso mottetto).

  Nel complesso una mostra che, seppur non quantitativamente densa (solo 36 pezzi), lo è qualitativamente, perché fa conoscere al meglio un aspetto importante della cultura slovacca, paese di cerniera fra il nord ed il sud d’Europa (e quindi anche filtro delle diverse correnti artistiche). Inoltre c’è la possibilità di conoscere un grande del tardo medioevo, Maestro Pavol, e solo per questo merita una visita: ne vale assolutamente la pena.

“Tesori gotici dalla Slovacchia. L’arte del tardo medioevo in Slovacchia”, Palazzina Gregoriana del Quirinale fino al 13 novembre, da lunedì a venerdì h.9-13 e 14-17, sabato 9-14, domenica chiuso. Prenotazione on line www.palazzo.quirinale.it o presso Infopoint, salita di Montecavallo 15 da martedì a domenica h.9-17, giovedì chiuso. Promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana e dalla Presidenza della Repubblica Slovacca ed organizzata da Civita.

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera