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Berlusconi e i lager

Certo che stavolta l’ha detta grossa l’ex-Cavaliere, affermando che per i tedeschi i lager non sono mai esistiti, proprio loro che sono stati i primi a sperimentarli sulla pelle. Il dissenso politico fu subito convogliato nel lager di Dachau nel 1933, dopo l’ascesa di Hitler al potere, e Himmler, uno dei peggiori criminali nazisti, ne fu l’ideatore. Ai politici si aggiunsero presto gli elementi anti sociali, religiosi cattolici e protestanti, i Testimoni di Geova, gli omosessuali, gli zingari e, dopo la “Notte dei Cristalli”, ebrei tedeschi ed austriaci. E gli “Untermenschen”, i sottouomini, la razza slava, e lì morirono a migliaia e quando il campo fu liberato i soldati americani, pur avvezzi all’orrore della guerra, piangevano nel vedere quegli scheletri vaganti fra le baracche.

Angela-Merkel-in-visita-ad-ex-lager-Dachau-300x225L’immane tragedia della Shoah ha logicamente posto in secondo piano la repressione all’interno della Germania, anche perché non maturò un movimento partigiano come in Italia. Eppure, nonostante il terrore, la dissidenza vi fu e non solo da parte socialista e comunista, ma da parte di settori diversi della società. Così quelli della Rosa Bianca, gli studenti che in nome degli ideali cristiani si opposero al regime e vennero decapitati. La rete della “Cappella Rossa”, della quale facevano parte intellettuali e gente comune, che svolgeva attività di controspionaggio. Il “Leone di Munster”, il cardinale Clemens August von Galen, che Martin Bormann voleva morto. Il teologo Dietrich Bonhoeffer, internato e poi impiccato nel campo di Flossenburg. Ed ancora ci sarebbe da dire ed erano tutti cittadini tedeschi e tanti ne transitarono nei lager, un milione più o meno.
Basta leggersi wikipedia, ma potrei consigliare degli ottimi libri che documentano quel periodo nefasto per l’umanità. Per esempio “Ognuno muore solo”, forse il capolavoro di Hans Fallada, sulla (vana) resistenza del cittadino medio alla barbarie nazista. O “Croce senza amore”, di Heinrich Boll, sulla disumanità di un regime totalmente privo di valori. O, ancora meglio, perché documento più diretto, “La settima croce”, di Anna Seghers, la fuga di un internato dal lager e dagli orrori della Gestapo. E sono tedeschi che parlano di altri tedeschi vissuti durante la lunga notte della Germania. Non sarebbe male leggere e informarsi su quel punto nero della storia d’Europa che purtroppo molti giovani neanche conoscono (ricordate i concorrenti al quiz televisivo e le date in cui Hitler prese il potere? Tutte sballate e ci ridevano pure).
Ma naturalmente, innanzi all’irritazione non solo tedesca (e due, con il “kapò” a Martin Schulz), Silvio dice di essere stato frainteso (no, meglio: ha detto che è una ignobile strumentalizzazione della sinistra. E ti pareva!) e così sostengono i suoi fans, perché Silvio ha sempre ragione (è un perseguitato politico e, nonostante la ridicola condanna, continua ad attaccare la Magistratura. Recidivo senza se e senza ma). D’altronde per lui la cultura è una cosa secondaria, specchio fedele di un mondo in cui ormai tutto è ridotto ad uno spot televisivo. Dove anche la cultura non deve dare fastidio più di tanto, far cioè pensare: un “compitino”, ecco, rapidi appunti che non impegnino più di due minuti. Ma per molti, fortunatamente, la cultura intesa come Conoscenza è ancora una cosa seria: una cosa da cui ripartire se vogliamo costruire un mondo un po’ più decente di questo. Non credo però che a Silvio & Compagnia (vasta purtroppo, milioni di fascinati dal Pifferaio di Hamelin: un mistero della natura) interessi molto…

1 Commentoa“Berlusconi e i lager”

  1. Maurizio Solinas // 30 aprile 2014 a 23:19 // Rispondi

    Al di là delle parole del clown di Arcore che parla sempre a sproposito, farei un distiguo tra la Germania nazista e la Germania posbellica. Fino al ’45 Intere categorie sociali, che avevano aderito in massa al grido “Deutschland űber alles” facevano finta di non sapere o minimizzavano, ma dopo il ’45 neanche i gatti in Germania potevano non conoscere l’orrore dei campi di sterminio.
    Ho molti amici tedeschi e per loro è ancora una piaga non rimarginata anche se sono passati 70 anni e la totalità di loro non l’ha vissuta in prima persona. Altro che i lager non sono mai esistiti.
    Comunque, chi è senza peccato scagli la prima pietra, come diceva un tizio con barba e sandali.
    Tanto per citarne qualcuno:
    Turchia. Intorno al 1915 campi di concentramento per armeni, almeno 1, 5 milioni di morti
    Russia dal 1920 in poi, campi di concentramento per “politici” circa 3,0 milioni di morti
    Sud Africa 1899-1902 campi di concentramento per Boeri circa 26.000 morti (di cui circa 22.000 donne e bambini)
    I campi di concentramento non sono mancati neanche a Cuba, nella guerra ispano americana, con circa 100.000 morti per mano spagnola e nella conseguente conquista da parte degli Usa delle Filippine, già colonia spagnola i campi di concentramento hanno ucciso circa 100.000 filippini, questa volta per mano yankee.
    I campi di concentramento non sono mancati neanche nell’Italia fascista con decine di migliaia di morti.

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