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EraTre

OLYMPUS DIGITAL CAMERA  Decisamente parlare di poesia oggi non è facile, diciamo che i tempi non si prestano molto, viviamo su ritmi di accelerazione digitale e la poesia ha invece bisogno di pause, silenzi interiori, confronti con il proprio sé, ovvero tutte situazioni che il nostro quotidiano, scandito da smartphone usati in maniera compulsiva e selfie vari, non favorisce di certo. Eppure c’è chi crede ancora alla validità della Poesia, a quella sua segreta bellezza che consiste nell’aprire spazi dove si può dialogare con la propria anima, proiettandola oltre una realtà spesso tinta di grigio. Sono tanti per fortuna a fare poesia o interpretarne i segni, a trovare rispondenze fra significante e significato, e Cinzia Baldazzi, nota critica letteraria, è senz’altro in prima fila per quanto riguarda il lavoro di esegesi poetica: “EraTre” ne è una conferma.

  Un libro a tre voci, appunto, 80 liriche di Concezio Salvi corredate dalle illustrazioni di Giovanni Berto ed il commento della Baldazzi. Il tema è l’erotismo, inteso però non alla lettera, cioè il progressivo incedere (poetico) verso l’oggetto del desiderio, bensì nella sua nuda essenza di “libido”. E questa ovviamente non esclude l’esaltazione sentimentale e/o sensuale, tutt’altro, ma, come si desume da quanto scrive la Baldazzi nella sua introduzione, tutto si sviluppa su un piano più segreto, dove l’eros trova la sua forma di espressione. La parola, quindi, meglio lo “spazio semantico”, quale viene definito da lei, una ricerca che conduce da sempre con coerenza sul testo coinvolgendone i due livelli di significante e significato (vedi  “Orme poetiche”, da me recensito tempo fa).

  Erotismo dunque, non in un’accezione alla Bataille, per intenderci, quanto un sapore più discreto (e tuttavia sempre intenso) che personalmente mi ricorda  i “flussi desideranti” di stagioni lontane. E questo un po’ traspare dal commento in calce ad ogni poesia, il cui tessuto verbale è analizzato e ricomposto alla ricerca di quel punto nodale dove l’eros si esprime nella sua pienezza. Che, ripeto, non è solo carnalità, “anche”, ma soprattutto estensione dell’io verso il mondo esterno, fatto non solo di persone e cose ma di attimi irripetibili. Ed è quelli che cattura la poesia, eternandoli, ovvero cristallizzandone il ricordo e la conseguente nostalgia. Così, ad esempio, “I miei castagni”, l’immagine dell’infanzia ed il punto di partenza per un canto che copre l’intero arco di vita di Concezio Salvi.

  “Donna-madre”  è il cordone ombelicale mai reciso con la propria  terra, nell’Alta Valle dell’Aterno dove “iniziai da lì la transumanza” e dove “solo alla fine ci sarà ritorno”. Di lì principia la parabola ora racchiusa nel fluire delle parole, un ciclo ormai compiuto che fa l’A. contempla sereno, perché consapevole del proprio cammino. Così “Ho attraversato indenne molte vite” è sì sul filo della nostalgia, ma non auto compiaciuta e quindi sterile, di quella pur rispettabile vena che impregna tanta poesia oggi come ieri. Ed ecco l’affiorare dell’imago femminile, che tuttavia non appare limitata in sé ma si espande all’intorno, quasi con accenti panici (da “Giovanna” a “Frenesia d’amore” a “Ho ancora”). E l’eros vibra sotterraneo e con toni morbidi (“Quella baita dove amoreggiammo”, “Ragazza di Monteverde”, “Le caverne”), rigenerando l’A. ed esorcizzandone i fantasmi (“Signora dei diluvi universali”, “Lampo”). “La vita è un’avventura meritata” scrive e conferma con   “Nasco questa notte” e “Sto risorgendo”.

  Un percorso di vita al quale fa come da basso continuo l’acuto lavoro di esegesi compiuto dalla Baldazzi in calce ad ogni poesia. E’la sua ricerca di una sorta di metalinguaggio, la trasparenza delle parole, che trova un corrispettivo grafico nei raccolti ritratti zen di Gianpaolo Berto. E ne risulta un libro gradevole, anche di immagini ma soprattutto di parole, perché, come formula Salvi, “scrivere è lucciola dell’anima”.

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“EraTre”, di Cinzia Baldazzi, Giampaolo Berto e Concezio Salvi, MonteGrappa edizioni, pagg.140 euro 10.

3 Commentia“EraTre”

  1. Rosetta Sacchi // 6 giugno 2017 a 17:52 // Rispondi

    Ottimo articolo, accattivante, che offre innumerevoli spunti di riflessione. Dico innumerevoli, in quanto questo dipende da noi, da quanto ci sentiamo coinvolti, dalla nostra capacità di spaziare dentro e fuori di noi, dalla nostra abilità di analisi che non può fermarsi però ad un livello superficiale ma vada più a fondo possibile. Un libro a tre voci, che immagino bello come numero, come idea, originale, nuovo e che di sicuro non annoia il lettore ma lo avvicina e quasi lo sfida la sua voglia di interagire. Dico immagino, perchè il libro non l’ho letto, ma quest’articolo lo presenta in maniera egregia, completa, che è quasi come averlo un pò letto. Condivido il pensiero secondo cui oggi parlare di poesia non è facile. Il mondo va dalla parte opposta. Ci si sente un pò come alieni ad essere poeti. Ma sono convinta anche che chi ha la poesia dentro di sè, al mattino si sveglia in sua compagnia e la notte si addormenta con lei. Personalmente, io che penso di essere poeta, so che è la Poesia a strappare il tempo al cellulare e a tutto ciò che il digitale mette a nostra disposizione e persino alla casa e al lavoro. Non è mai il contrario.
    Apprezzo molto il concetto di erotismo espresso nell’articolo. Non poteva, infatti, essere meglio definito, se di definizione si può parlare. Concludo dicendo che è un ottimo articolo ma credo fermamente che si tratti anche di un articolo su di un ottimo libro.

  2. Gradevole recensione sulle note di Cinzia Baldazzi, degna cultrice delle opere poetiche nonché recensitrice di opere poetiche e libri.

  3. Semiti Otello // 6 giugno 2017 a 22:42 // Rispondi

    Buonasera,decisamente parlare di poesia ed esprimersi in essa oggi non è effettivamente facile,mi piace pensare che dopo aver letto ERATRE ed il suo articolo tutto un mondo si apre verso quello che io amo definire il “Liberare l’anima”ed immergersi nel sogno attraversando i commenti della Dottoressa Cinzia Baldazzi,le meravigliose liriche di Concezio Salvi e le splendide illustrazioni di Giampaolo Berto.Grazie.

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