mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

I polacchi e Roma

                                        una_regina_polacca_in _campidoglio_1050X545

                                                         I polacchi e Roma

di Antonio Mazza

  “Ho trascorso tutto l’autunno a Roma, che amo come una seconda patria”. Così scriveva, nel 1831, il poeta Adam Mickiewicz, che faceva parte di quella folta colonia  di artisti polacchi che si radunavano regolarmente al Caffè Greco. Ma già in passato si segnala una forte presenza in Italia e nell’Urbe di polacchi, sia studenti che si recavano alle università di Bologna e Padova, sia semplici viaggiatori, sia romei diretti alla tomba di Pietro. E, quale segno concreto di una nazione profondamente cattolica ed alleata della Chiesa di Roma, nel 1580 sorse a Botteghe Oscure San Stanislao dei Polacchi con annesso ospizio per pellegrini. Nell’Urbe, in occasione del Giubileo del 1700, giunse Maria Casimira de la Grange d’Arquien, vedova di re Giovanni III Sobieski che nel 1683 aveva sconfitto a Vienna le truppe ottomane che dilagavano per l’Europa. Maria, il figlio Alessandro e la nipote Maria Clementina si stabilirono a Roma, in ottimi rapporti con la curia e la nobiltà, nonché partecipando attivamente alla vita culturale cittadina. Ed è il tema della mostra ai Musei Capitolini, “Una regina polacca in Campidoglio: Maria Casimira e la famiglia reale Sobieski a Roma”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il patrocinio dell’Ambasciata di Polonia, dell’Istituto Polacco di Roma e dell’Accademia Polacca delle Scienze a Roma, realizzata in collaborazione con l’Università di Varsavia e la sua cattedra di Archeologia, con partner l’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale Polacco all’Estero Polonika e il Museo del Palazzo Reale di Jan III Sobieski a Wilanow. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

"Ritratto di Giovanni III Sobieski" (1687),autore ignoto.

“Ritratto di Giovanni III Sobieski” (1687),autore ignoto.

  La mostra si apre con i ritratti della famiglia Sobieski, in primis il defunto re Giovanni (Jan) III, 1683, autore ignoto, poi ecco Maria Casimira, che aveva un rapporto privilegiato con il papa (Innocenzo XI Odescalchi, presente in un ritratto del Baciccio) e la curia romana (“Pranzo a Grottaferrata”, 1699, delizioso disegno su carta dove lei appare in veste di commensale insieme ad un gruppo di cardinali). Maria Casimira, donna energica che da palazzo Odescalchi (vedi l’acquaforte del Vasi) dove era ospitata si trasferì sul colle Pincio, in posizione panoramica, Palazzo Zuccari, al quale fece aggiungere un portichetto sormontato dallo stemma polacco. All’interno anche uno spazio sacro ed il teatro dove venivano rappresentati oratori e drammi musicali, con Domenico Scarlatti quale personale maestro di cappella della regina (da notare la “Lettera di Maria Casimira Sobieski al barone Scarlatti”, 1696). Decisamente una persona colta, amante della musica e della poesia, ammessa nell’Accademia dell’Arcadia (prima donna a farne parte) con il nome di Amirisca Talea, mentre il figlio Alessandro era Armonte Calidio (esposti documenti, lettere, acquerelli che riproducono palazzo Zuccari e l’Arcadia). E’ questa la terza sezione della mostra, preceduta da “I reali Sobieski a Roma: la vita e la morte”, di particolare interesse.

"Ritratto di Maria Casimira Sobieska" (1687), autore ignoto.

“Ritratto di Maria Casimira Sobieska” (1687), autore ignoto.

  Si celebra l’effimero delle grandi cerimonie funebri barocche, come l’ “Apparato funebre eretto nella chiesa dei cappuccini per le esequie del Principe Alessandro Sobieski” (1714), di Aquila Francesco Faraone e Alessandro Specchi (che disegnò il porto di Ripetta), morto a soli 37 anni (la tomba, opera di Camillo Rusconi, si trova nella chiesa dei Cappuccini). E, ancora, “Corteo funebre per le spoglie della Regina Maria Clementina Sobieska” (1735), movimentata acquaforte di Giovanni Paolo Pannini e Rocco Pozzi, “Funerali di Maria Clementina nella Basilica  dei SS.Apostoli”, stampa dei fratelli Valeriani, e il “Monumento funerario di Maria Clementina in San Pietro”, stampa di Francesco Pannini. E’ uno splendido sepolcro realizzato a più mani che ricorda la nipote di re Giovanni III, sposata a Giacomo Francesco Edoardo Stuart con il quale si stabilì a Roma su invito di papa Clemente XI Albani. Fu però un matrimonio infelice, Maria Clementina lasciò il marito e si trasferì presso le suore del monastero di Santa Cecilia, dedicandosi alla preghiera e alle opere pie (“Ritratto di Maria Clementina Stuart come consorella”, seconda metà secolo XVIII, autore ignoto). Morì giovane, 32 anni, il suo cuore è conservato in un’urna del bel monumento funebre a Santi Apostoli mentre il corpo riposa in San Pietro. E a questa “regina senza regno” (titolo della sezione a lei dedicata), in quanto moglie di Giacomo capo dei giacobiti e figlio di re Giacomo II detronizzato dalla rivoluzione del 1688, compare in un elegante busto in gesso bronzato che la raffigura in tutta la sua bellezza.

"Palazzo Zuccari e vista su Roma" (1840), di John Maler Newbott.

“Palazzo Zuccari e vista su Roma” (1840), di John Maler Newbott.

  Infine lo spazio diciamo così trionfalistico, con la celebrazione di Giovanni III che, nell’epica battaglia di Vienna del 1683, quando tutto sembrava perduto, alla testa dei suoi ussari riuscì a sconfiggere le truppe ottomane guidate da Kara Mustafa Pascià. Un’acquaforte firmata da Agostino Scilla e Jacques Blondeau, “Apoteosi di Giovanni III Sobieski” (1684), esalta il condottiero come “Difensor Fidei”, ed un fascicolo a stampa polacco ne fa di lui un nuovo Costantino, la battaglia di Vienna come la Saxa Rubra dove la cristianità ha trionfato sul paganesimo (“Constantinus Magnus”, 1686). E poi “Giovanni III Sobieski a cavallo” (1704), quadro di anonimo, dove figura in posa eroica, con sullo sfondo del cielo gli angeli osannanti, tutta una scontata glorificazione che ebbe anche un riscontro a livello popolare, il famoso “Meo Patacca” (1695), di Giuseppe Berneri, poema in vernacolo che celebrava lo storico evento (per sottotitolo “o vero Roma in feste nei trionfi di Vienna”), qui esposto in un’edizione ottocentesca corredata da 52 tavole incise da Bartolomeo Pinelli, il magnifico cantore della plebe romana nella città dei papi. Ma su tutto risalta il “Busto di corazza di ussaro alato” (1683), in metallo, autore ignoto, di pregevole fattura, appartenuta ad uno delle migliaia di cavalieri che, guidati da re Jan III di Polonia, ruppero l’assedio di Vienna. E’ decorata con due medaglioni, a destra la “Croce del Cavaliere”, emblema della cavalleria, a sinistra la Madonna dell’Immacolata Concezione.

"Funerale di Maria Clementina Sobieska in Santi Apostoli".

“Funerale di Maria Clementina Sobieska in Santi Apostoli”.

  Dunque un pezzo poco noto di storia europea in mostra ai Musei Capitolini, da approfondire anche oltre lo spazio della mostra Roma essendo prodiga di testimonianze -dirette e indirette- della presenza dei Sobieski. Dalle tombe nelle principali chiese e basiliche alle targhe commemorative della battaglia di Vienna, come quelle che Maria Casimira, per concessione di papa Clemente XI Albani, pose accanto alla meridiana in Santa Maria degli Angeli. E sempre Maria Casimira, con il suo ritratto eseguito da Lorenzo Ottoni, è presente nei Musei Capitolini, sala Castellani III (l’accurata mappa tascabile edita da Polonika propone un interessante itinerario sobieskiano a Roma). A suggello della mostra un denso programma di visite guidate, convegni, concerti con il supporto dell’Ambasciata di Polonia, l’Istituto Polacco di Roma e l’Accademia Polacca delle Scienze di Roma.

"Fascicolo a stampa Constantinus Magnus" (1686).

“Fascicolo a stampa Constantinus Magnus” (1686).

“Una regina polacca in Campidoglio. Maria Casimira e la famiglia reale Sobieski a Roma”, fino al 21 settembre. Tutti i giorni h.9,30-19,30. Biglietto integrato mostra + Musei 16 intero e 14 ridotto. Per i non residenti 20,50 intero e 15 ridotto. Gratis con la MIC Card. Per informazioni 060608, www.museicapitolini.org  e www.zetema.it

 

"Busto di corazza di ussaro alato" (1683).

“Busto di corazza di ussaro alato” (1683).

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera