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James Tissot pittore mondano

N04847  L’aria ironica, quasi un po’ sorniona, che promana da un volto giovane e accattivante, nelle cui linee s’avverte un fine gusto di esteta che gli dona un’eleganza tutta particolare. Decisamente un bell’uomo ma anche una forte tempra d’artista, tale la sensazione che si prova innanzi all’autoritratto di James Tissot, nella mostra a lui dedicata al Chiostro del Bramante. Ottanta opere di raffinata fattura che costituiscono un prezioso documento di costume della buona borghesia francese e d’Oltremanica.

  Siamo a Parigi, prima metà dell’800, dove il giovane Jacques Joseph Tissot, che ha studiato con pittori allievi di Ingres (e questi sarà sempre il suo principale referente), espone al Salon des Beaux Arts. Un successo, consacrato ad appena 23 anni, con soggetti densi di suggestioni rinascimentali, come “Incontro fra Faust e Margherita” o “Il tentato rapimento” (qui in mostra). All’attenzione per la pittura nordica e italiana di quel periodo si aggiunge la minuzia del particolare che, nel tempo, sancirà la fama di Tissot.

  Accolto nei circoli degli artisti (fra i suoi amici Whistler, Manet, Degas, Daudet) Jacques Joseph si fa presto notare per le brillanti rappresentazioni del bel mondo, la buona società borghese con i suoi riti. Un mondo ovattato, dove il cuore pulsante per lui sarà sempre la figura femminile, ritratta in un modo che potremmo definire ambivalente. Come creatura in sé, con il suo carico di seduzione e come oggetto di desiderio in una società nella quale i codici di comportamento hanno ancora un’impronta di sapore patriarcale.

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  Ai dolci languori de “La primavera” o “La convalescente” fanno da contrappunto “La figlia del capitano” o “La viaggiatrice”, le prime fascinose caratterizzazioni muliebri, le seconde argute scene corali dove l’ambiguità degli sguardi maschili converge sull’oggetto-donna che, pure, rivendica una sua identità (Oltremanica le Suffragette stanno creando problemi al potere costituito). Ma tutto, dinamica del desiderio e (nascente) consapevolezza femminile si svolge in un’àmbito di eleganza, secondo il gusto dei tempi, molto formali, che il pennello di Tissot riproduce in modo impeccabile.

   10_La_lecture_dans_le_parc-403x590L’eleganza, giusto termine, un tratto di grande raffinatezza, dove il colore sgargiante svolge un ruolo primario, rafforzando lo scavo psicologico dei personaggi raffigurati, con effetti di sicura malìa su chi osserva i quadri. Così, ad esempio, “Mademoiselle L.L.”, “In chiesa”, “Mrs. Lloyd”, questo direi perfetto nell’evocare un clima ed un’epoca. E, nel frattempo, due eventi incidono profondamente nella vita di Tissot, il suo trasferirsi a Londra dopo la tragica conclusione della Comune di Parigi, alla quale aveva partecipato, e l’incontro con Kathleen Turner, che diverrà la sua amante e la sua musa. Inizia il periodo artisticamente più fertile, che farà di Jacques Joseph, ora anglicizzato in James, un pittore di fama, nel cui stile dai toni caldi e gentili confluiscono echi impressionisti e preraffaelliti (durante il soggiorno londinese frequenta Millais, personalità di punta della confraternita). E, naturalmente, l’amato Ingres, Courbet e i vividi umori della pittura veneta.Embarkation at Calais (oil on canvas)

  “Sono nel Carpaccio e non ne esco fuori”, scrive nel 1862 all’amico Gouncourt  in merito al ciclo del Figliol Prodigo, che inizia con un’ambientazione veneziana tipicamente carpaccesca (l’affollamento di figure). E’ un ciclo che riprenderà vent’anni dopo e i toni saranno non più neo rinascimentali ma sottilmente romantici (vedi, nel primo caso, “La partenza” e, nel secondo, “Il ritorno”). Ovviamente, come un po’ tutti in quel periodo, ha subìto il fascino del “giapponesizzante” (da poco l’impero del Sol Levante si era aperto all’Occidente), collezionando oggetti e “ukiyo-e” (soprattutto il grande Utamaru) e dipingendo, la sua Kathleen quale modella (il fascinosamente erotico “La giapponese al bagno”).

  A Londra diviene un pittore molto ricercato, un ritrattista di vaglia che però, nei suoi soggetti singoli o nelle rappresentazioni di gruppo introduce elementi ironici, di fine satira -non molto fra le righe- della società vittoriana e del suo perbenismo. E sempre la donna , nella duplice visione che egli ne ha, è il centro, come traspare da “Il ponte dell’HMS Calcutta”, “Portsmouth Dockyard”, “Il Tamigi”, “La figlia del guerriero”. Poi il ritorno in Francia, a godere delle felicità domestiche con la sua compagna ed i figli di lei (“Il piccolo Nemrod” , “La lettura nel parco”). E i ritratti, dove ha come concorrenti Boldini e De Nittis, ma l’uno è troppo sofisticato, quasi di maniera, e l’altro sfuma in atmosfere vicine all’Impressionismo (qui è esposto il delizioso “Sulla neve”).

 05_La-giapponese-al-bagno-352x590 Poi il dramma che fa da spartiacque alla vita ed alla carriera artistica di Tissot: la morte a soli 28 anni di Kathleen, stroncata dalla tubercolosi. Per un po’ James continua nei suoi temi preferiti, con opere dense di vita e colore (forse come reazione) quali “La vita mondana”, gli artisti ad un pranzo all’aperto, uno spettacolare fermo immagine dove spicca il cameriere nell’atto di stappare la bottiglia (non dimentichiamo che in questi anni Nadar  sperimenta il nuovo metodo fotografico che influenza non poco la pittura, a cominciare dagli Impressionisti) e “La donna degli artisti” (introdotta da una simpatica installazione multimediale). Ma una crisi mistica, anche retaggio della sua educazione cattolica, lo porta a soggetti religiosi, facendogli realizzare una pregevole serie di 350 gouaches acquistate dal Brooklyn Musem e lì ore esposte insieme ad altre che ricordano il suo viaggio in Palestina. La serie ispirerà un film del 1906, “La vie du Christ”, di Alice Guy Blaché, la prima donna regista del cinema.

  James Tissot, artista che ha un suo preciso rilevo nella pittura come storia di costume, per quel suo morbido drappeggiare le figure femminili, cappellini, velette, chiffons, parasoli (e di contro cilindri e uniformi per i maschietti), non solo come attributi di moda ma come esaltazione del carattere (Vedi “Vita moderna”). Un pittore che certo nel suo genere non è unico (pensiamo a Whistler o Sargent) ma singolare  indubbiamente sì e per questo vale la pena di (ri)scoprirlo.

“James Tissot” al Chiostro del Bramante fino al 21 febbraio, mostra prodotta e organizzata da Arthemisia Group. Da lunedì a venerdì h.10-20, sabato e domenica h.10-21. Biglietti euro 13 intero, 11 ridotto. Per informazioni 06916508451 e www.arthemisia.it

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