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La Val di Susa è nota non solo per le sue bellezze paesaggistiche e per le stupende montagne che la racchiudono quasi volessero proteggerla. La valle è nota anche per la Sagra di San Michele, il complesso architettonico audacemente edificato su uno spuntone roccioso del monte Pirchiriano, proprio al suo imbocco. L’Abbazia benedettina è meta quasi d’obbligo per chi percorre la valle ed è interessato a scoprire la location alla quale Umberto Eco si è ispirato per ambientare il suo capolavoro, Il nome della rosa, ma la notorietà della Val Susa è dovuta anche alle notizie frequentissime riguardanti le turbolenze legate al progetto della linea dell’alta velocità che collega Torino a Lione e crea apprensione non di poco conto. Nella splendida vallata, però, c’è dell’altro e noi di quello vogliamo parlare, onore e merito dei piemontesi che custodiscono e coltivano la memoria storica della loro terra e lo fanno attraverso la spettacolarizzazione, in chiave moderna, di fatti e consuetudini che affondano le radici nei secoli. Ed è proprio di una spettacolare rievocazione che parleremo, ossia di una danza di grande richiamo e suggestione: la danza degli spadoni.Copyright © 2025 | Theme by La Voce di Tutti



Bisogna assistervi di persona per comprendere e gustare questo spettacolo che attinge alla storia, alla leggenda, al folklore ed al sacro.
Io provengo da Collegno, non distante dai luoghi cui si riferisce la bella descrizione degli spasoni, ma pur vivendo a Roma da oltre trent’anni, non me ne perdo una di rievocazioni ed organizzo le mie vacanze per potervi assistere.
Non pensavo mai di leggerne la storia su un sito on line e ringrazio un amico che me lo ha segnalato con queste parole: c’è su un sito una cosa delle tue parti. Grazie