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La scuola è degrado allo stato puro.

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Questo è un dato di fatto. Il tragico è che ogni tanto gli sfondoni hanno una vis comica irresistibile. Ve ne voglio raccontare qualcuno.

BRAVA IN ITALIANO

Questa non è proprio scolastica, ma comunque legata alla scuola a doppio filo.

Qualche anno addietro mi trovavo al Tribunale penale di Roma, per motivi professionali (no, mi dispiace per qualche mio alunno ma non avevo le manette e non ero accompagnato dai Carabinieri).

Ad un certo punto vedo un gruppetto di persone distinte, probabilmente avvocati e forse qualche giudice, assiepati davanti ad una bacheca di avvisi vari all’ingresso: mormorii non troppo sommessi e qualche manata sulla fronte ad accompagnare un’espressione sgomenta.

Ovviamente mi sono avvicinato perché sono curioso come una scimmia. L’imputato era un mezzo foglietto formato A4, scritto a mano e diligentemente fotocopiato in chissà quanti esemplari. Faceva bella mostra di se in una bacheca in mezzo a convocazioni di sindacati vari, pubblicità di gite aziendali e qualche richiesta di giovani avvocati per entrare in qualche studio per il praticantato. C’era scritto in bella grafia:

Ragazza ventenne, diplomata,  volenterosa, cerca lavoro come segretaria presso studio legale. Buona conoscienza  della lingua italiana parlata e scritta. Tel. 06XXXXXX

IL GIGANTE

Una volta avevo un allievo grande e grosso che frequentava il corso serale. Ultraventenne e pluribocciato.  Probabilmente conscio della propria forza fisica grondante vigoria, spesso, ma non sempre, chiamandosi Tiziano, si firmava Tizziano.

LATTE E DERIVATI

Interrogazione sul latte.  Si tratta di un’interrogazione programmata, e quindi reputo che il ragazzo in questione si sia preparato con coscienza. La scuola è un istituto tecnico agrario e quindi il latte è un argomento “fondamentale”.

“Allora, parlami del latte..”

E’ un ragazzo alto e magro come un palo di scopa. Si piazza davanti alla cattedra con le mani dietro alla schiena e alla mia difficilissima domanda prima mi guarda come se gli avessi chiesto di dimostrare la compatibilità della teoria della relatività e della meccanica quantistica, poi alza gli occhi al cielo ed evidentemente inizia a cercare nei compartimenti del suo cervello qualcosa da dire. Ma quel qualcosa deve essere annidato in un posto buio freddo e polveroso perché la ricerca dura parecchio.

Abbassa gli occhi dopo buoni due minuti: la ricerca è finalmente terminata ed ha avuto esito positivo.

“Allora, ecco, mmmmm…  Il latteeee  mmmmm…  si, allora il latte è in liquido bianco che viene estratto dagli animali… eeee…  mmmm  e poi viene fatto il formaggio e le altre cose, mmmm… con una sostanza che si chiama quaglio, mmmmm, cioè, no  caglio  qua… ca… si caglio!.”

Mi guarda soddisfatto come se avesse inconfutabilmente dimostrato che teoria della relatività e meccanica quantistica siano perfettamente compatibili.

Io invece lo guardo come se avessi visto l’integerrimo e anziano preside aggirarsi per i corridoi della scuola in calzamaglia e tutù rosa e orecchie da coniglio.

“Nel senso che prendo ad esempio una gallina, la strizzo per benino ed esce il latte?”

Mi fissa  divertito.

“Nooo   professò, ma che diceeee!  Mica tutti gli animali! Solo  le vacche e le pecore!”

“Ah beh, allora è un’altra cosa, è ovvio solo le vacche e le pecore”

Mettendogli un bel due, mi chiedo maliziosamente se sa che le tette delle fanciulle, notoriamente mammifere servono a qualche altra cosa oltre che ad essere ammirate ed eventualmente palpeggiate…

TOPONOMASTICA CEREBRALE

Nell’istituto per odontotecnici viene insegnata, ahimè, una materia piuttosto ostica, perché è zeppa di nomi quasi quanto l’elenco telefonico di Pechino. Parliamo ovviamente dell’anatomia umana.

 Si sta studiando il cervello e le cose si complicano assai perché i nomi sono veramente assurdi: passiamo da accessi di santità per la “pia madre” ad echi da romanzo di appendice per la “dura madre”, da B movie dell’orrore con l”aracnoide” per arrivare a sentori radiotelevisivi col “telencefalo”. Fin qui tutto bene, ma le assonanze da “Tuttocittà” mi mancavano proprio.

Un ragazzo, ovviamente pluriripetente ha affermato con certezza e sicumera durante l’interrogazione programmata che il cervello umano è “dotato di circonvallazioni”.

Alla mia domanda ironicissima, se per caso fosse dotato pure di un raccordo anulare, visto che… non si sa mai.. mi guarda stupito.

“A professo’ che me sta a pijà ‘ngiro?  E certo che ce stà! Sinnò come famo a movese ? Nun me ricordo bene  si è ar  nulare o alle ganbe o ai bracci e  a tutt’er resto, ma un raccordo ce stà”

Logica stringente, non c’è che dire. Passino pure le “ganbe” e “i bracci”, ma mi sorge spontanea una domanda:  cos’è è secondo questo genio “ar nulare”?

Boh? Non lo saprò mai, non ho avuto il coraggio di chiederglielo.

 L’EPOPEA  RISORGIMENTALE

Questa non l’ho vissuta in prima persona, ed è probabile che faccia parte delle “leggende metropolitane”, ma è troppo bella per non raccontarla.

Esame di maturità: è luglio e fa un caldo tropicale. Rivoli di sudore scendono lungo i colli della commissione e degli esaminandi. I rivoli degli esaminandi sono sicuramente più copiosi, si potrebbero definire torrenti ad andamento stagionale, ma si sa… da quando esistono gli esami di maturità va così. Ci sono però delle eccezioni e lui, il nostro eroe appartiene a questa categoria: secco come il deserto del Sahara e sicuro di sé. Tutto sommato non sta facendo una  brutta figura, e potrebbe puntare ad un 65/100, che di questi tempi è oro. Sta parlando dello sbarco dei  Mille in Sicilia :

“Così il generale Biperio alla testa dei suoi uomini…

Il commissario di storia è scosso dal suo torpore sonnacchioso di chi è abituato a sentire le stesse cose centinaia di volte

“Prego? Il generale chi?”

“Il generale Nino Biperio!”

Sguardi sgomenti e perplessi della commissione.

“Il generale Nino Biperio???”

“Esatto!”

Il povero Nino Bixio, letto alla maniera degli SMS si è trasformato in un fantastico Biperio.

Maurizio Solinas

 

2 Commentia“La scuola è degrado allo stato puro.”

  1. Caro Maurizio,

    ti ringrazio per avermi regalato un minuto di allegra lettura.
    Mi ricordo quando tu, a commento della presentazione di un libro di una ragazza, hai detto che i ragazzi di oggi hanno un vacobolario poverissimo che non comprende più di 200 parole e, purtroppo, questa è la pura verità.
    Anche mia moglie ha voluto leggere questa chicca e sta già telefonando a figlie ed amiche per invitarle a leggerla.
    enzo

  2. Grazie Enzo per le tue parole. Troppo buono. Ti assicuro che è veramente dura. I docenti sono diventati per metà guardiani e per la restante metà assistenti sociali. La didattica non esiste più. e non è tutta colpa dei ragazzi. Anni addietro ad un convegno sulla scuola, un funzionario del MIUR ( sic!)ha raccontato una storiella:
    Un burocrate dell’800 arriva dal passato con la macchina del tempo ed suo omologo moderno gli illustra le meraviglie del nostro tempo
    “Questa è una banca”
    Che strano! Ai miei tempi montagne di monete, mezze maniche calcolatori a manovella..”
    “questo è un ufficio postale”
    ” E dove sono i cavalli, i timbri, i postini con la divisa?”
    “questo è un giornale”
    “Mi prendi in giro? E i linotypisti? E i giornalisti con lapis e taccuino?”
    Entrano poi in un grande edificio e il burocrate dell’800
    “Ah, questa la riconosco! E’ una scuola…”

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