mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

L’Arma per l’Arte e la Legalità

  Nel cuore di Roma, innanzi alla basilica di Sant’Ignazio, si apre l’omonima piazza, dove prospettano, in perfetta simmetria, dei deliziosi palazzetti rococò e, al centro, ve n’è uno particolarmente caro a quanti amano l’Arte. Qui ha sede il Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, istituito nel maggio 1969 che, in quasi cinquant’anni di attività, grazie alle brillanti operazioni del Reparto Operativo della Caserma Lamarmora, in Trastevere, è divenuto una delle nostre eccellenze, modello per altri stati (e sono tanti) che vogliono contrastare il commercio illegale di opere d’arte e materiale archeologico.

P1010002

C’è da andarne orgogliosi come italiani e lo dico senza fare inutile retorica perché la sempre più vigile e sofisticata azione di contrasto del Nucleo TPC non dà tregua al mercato clandestino (infatti il trend criminogeno è decisamente in calo). D’altronde, come ho riportato più volte scrivendo dei reperti in mostra alla Caserma Lamarmora, lo dimostrano operazioni eccezionali, come “Andromeda” o “Teseo” (questa particolarmente spettacolare, con ben 5361 pezzi recuperati). Ma è importante anche coinvolgere la gente, responsabilizzarla, ovvero far sentire che ogni offesa al patrimonio storico-culturale è un’offesa alla “nostra” memoria, quindi dobbiamo essere vigili anche noi e collaborare, segnalando furti, guasti od altro. Ed è proprio in questo spirito che è stata allestita a Palazzo Barberini la mostra “L’Arma per l’Arte e la Legalità”, per far sentire e comprendere al visitatore il concetto di “appartenenza” (non a caso l’ingresso è gratuito).

P1010009

  La mostra si configura come una “summa” ed insieme una sorta di sintesi del lavoro svolto dal Nucleo TPC, spesso condotto attraverso indagini che durano anni e svolte a tutto campo. Nessun settore è trascurato, dagli antiquari disonesti alle televendite, dal commercio su internet ai cataloghi d’aste, e poi, naturalmente, ricettatori, tombaroli, eccetera. E i risultati eccoli qua, 210 pezzi di vario genere, ceramiche, statue, lastre tombali, frammenti di affreschi, quadri, un movimentato percorso d’arte introdotto da una splendida scultura di Mitra Tauroctono. Il dio è rappresentato nell’atto del sacrificio, alcuni elementi mancanti sono stati recuperati e vengono qui esposti per la prima volta, configurando maggiormente il gruppo frutto di uno scavo clandestino (purtroppo la statua è acefala ma chissà che dalle indagini non risulti qualche bella sorpresa). Altri ritrovamenti inediti sono in mostra e ne parlo subito. Una “Kylix”ad occhioni attribuita al pittore di Andokides, VI secolo a.C., di geometrica bellezza, il cui ritrovamento a Monaco di Baviera ha permesso di sgominare una banda di trafficanti, un dipinto d’influsso caravaggesco rubato a Rieti nel 1986, che raffigura un mezzobusto di Bacco con uva e coppa di vino riconosciuto in una televendita, autore Loth Johann Carl detto il Carlotto, un disegno di Amedeo Modigliani, dalla stilizzata eleganza. E proseguiamo il giro, soffermandoci sui pezzi più rilevanti (ma sono tutti di grande bellezza).

Disegno di Modigliani

  Ad esempio lo “stamnos” peuceta del VI secolo a.C. (insieme ai Dauni i Peuceti erano gli antichi abitatori della Puglia), l’anello bizantino con inciso il Cristo Pantocràtor, il violino realizzato dai famosi liutai di Cremona, Anno Domini 1567, l’ “askos” canosino del IV secolo a.C., il cratere attico con Dioniso e le Menadi, VI a.C.,  il cratere apulo con la raffigurazione di Helios, del IV, l’Hydria con i pirati trasformati in delfini, l’anfora corinzia con il mito di Teseo e il Minotauro, del VI. Una gioia per gli occhi, prodotti vascolari di finissima fattura che s’accoppiano bene con i quadri alle pareti, medio evo e barocco alternati. Cito una Madonna e Santi di Neri di Bicci, una Betsabea al bagno di Jacopo Zucchi che, insieme al Vasari, è una personalità di punta del manierismo toscano (il quadro, trafugato dai nazisti, sparì durante la guerra e fu Federico Zeri a ritrovarlo negli USA). Poi una pagina miniata del ‘400, la riproduzione a stampa della lettera di Cristoforo Colombo, 1493, e di nuovo l’antico, con splendide lastre tombali dell’area di Paestum, ancora quadri, una poetica “Dormitio Virginis” di Andrea di Bartolo, una Madonna con Bambino di Cima da Conegliano, di quella soavità tipica del suo registro pittorico, Adamo ed Eva e il compianto di Abele, drammatica rappresentazione del grande Battistello Caracciolo, la ispida “naivete” di Ligabue. Una bella serie di sculture lignee quattrocentesche rubate in Carnia suggella con grazia la mostra che, come ho detto, non vuole solo far vedere ma far partecipare e questo avviene con i pannelli didattici che coinvolgono il visitatore.

P1010018

Si cerca quindi di mettere in pratica quello che enunciava la Convenzione di Faro del 2005 in merito a quanto i nostri Padri ci hanno lasciato e dobbiamo custodire, cioè la “comunità d’eredità”. Partecipare e collaborare per la salvaguardia del nostro immenso patrimonio storico-culturale è un dovere non meno che un obbligo, perché, e lo dico da sempre, qui è la nostra identità. Questo vale per tutte le nazioni e, non a caso, l’Italia si è fatta promotrice dei “caschi blu della cultura”, accordo siglato con l’Unesco per difendere l’Arte ovunque sia in pericolo (in mostra un’edicola da Palmira, sito archeologico profanato dai barbari dell’Isis). E chiudo citando la scritta che figura all’ingresso del museo nazionale di Kabul: “A nation stays alive when its culture stays alive”.

 “Appartenenza”, questa la chiave di tutto.

P1010031

 “L’Arma per l’Arte e la Legalità” a Palazzo Barberini fino al 30 ottobre, da martedì a sabato h.10-18, ingresso libero.

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera