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Michelangelo a colori

I “cartonetti”, cioè disegni e schizzi che Michelangelo regalava ad amici e collezionisti,  realizzati non per vincolo di committenza, bensì, come scrive il Vasari “per amore e non per obrigo”. Ma, ovviamente, trattandosi di lui, non certo un “pittore della domenica”, come diremmo oggi, si scatenò presto una vera e propria michelangelomania. Tutti volevano qualcosa, magari un’imitazione non potendo avere l’originale, ma un’imitazione che fosse di qualità e così molti pittori non di primo piano e tuttavia validi sul piano stilistico si cimentarono anche con successo. E una riprova è la piccola ma consistente mostra di Palazzo Barberini, “Michelangelo a colori”.

Palazzo Barberini - Museo Nazionale d'Arte Antica
Sono esposti alcuni “cartonetti” realizzati da messer Michelagnolo e, a confronto, le tele di quattro pittori che li presero a modello. E cominciamo subito con “L’Annunciazione”, nell’originale la Madonna che, sorpresa durante la lettura, si volta verso l’Arcangelo Gabriele. Venusti riprese il tema per una pala d’altare di S.Maria della Pace, poi dispersa, racchiudendo la scena sacra in un interno domestico rischiarato dalla luce divina. E così un’altra versione firmata da Lelio Orsi, che risulta però più di maniera (interessante il retro del quadro con l’antico certificato di perizia in data 1679 che attribuiva la paternità dell’opera al Correggio: fu Federico Zeri, nel 1950, a scoprre il vero autore).
“L’orazione nell’orto” si presenta in forma narrativa, con il Cristo nell’atto di pregare e il Cristo mentre richiama gli apostoli che si erano addormentati. Venusti ne fornisce due versioni, riprendendo le figure in maniera pressoché identica, la prima di un cromatismo acceso che dona come un tocco meditativo alla rappresentazione, la seconda dai toni quasi spettrali che  la drammatizzano. E di nuovo Venusti interviene su “Il Cristo vivo sulla croce” da Michelangelo dedicato alla sua amica Vittoria Colonna, “un Gesù Christo in croce, non in sembianza di morto, come comunemente s’usa, ma in atto di vivo, col volto levato al padre”.
Di suo aggiunge ai lati della croce la Vergine e i santi e, ai piedi, Maria Maddalena, composizione poco comune ma decisamente statica, mentre più vibratile risulta la versione di Marco Pino, tutta incentrata sulla solitaria figura del Cristo. E torniamo poi sul tema della Sacra Famiglia con la “Madonna del silenzio”, un cartonetto non in mostra che, nell’originale michelangiolesco, mostra la Vergine seduta, San Giuseppe in secondo piano e San Giovannino rivolto verso il Bambino. Venusti tratta il tema anche qui come un interno domestico dove si respira un clima sereno, con quella dolcissima (e senz’altro inedita) immagine del bambino adagiato fra le braccia della Madonna. Una delle opere migliori di Marcello Venusti, dal tratto agile e caldo che evita quell’effetto scenico presente in altri suoi lavori (vedi sopra “L’Annunciazione” e “Il Cristo vivo sulla croce”).
Altrettanto può dirsi per “La deposizione dalla croce”, pure questo da un cartonetto non in mostra. Qui si raggiungono toni di una drammaticità però contenuta, dove il contrasto cromatico quasi scolpisce la fisonomia dei personaggi. Siamo molto vicini al capolavoro e, in un certo senso, si potrebbe fare un discorso analogo per lo stesso soggetto trattato da Jacopino del Conte, con le sue figure allungate. Indubbiamente è un quadro che colpisce proprio in termini compositivi ma, nel contempo, appare ben chiara la sua matrice manierista che ne definisce i limiti.
Dunque, come dicevo, una piccola ma consistente mostra il cui merito è di aver fatto (ri)scoprire pittori di àmbito michelangiolesco. Alcuni sono noti, come Venusti, allievo di Perin del Vaga, che nella sua pittura ben interpretò lo spirito della Controriforma (è presente in molte chiese e musei romani) e Jacopino del Conte, allievo di Andrea del Sarto (sue opere in quel tempio del manierismo toscano a Roma che è l’oratorio di San Giovanni decollato). Meno noti il senese Marco Pino, allievo del Beccafumi e l’emiliano Lelio Orsi, ma tutti, in misura diversa come abbiamo visto, sono legati a messer Michelagnolo.

3 Marcello Venusti, Annunciazione, 1550-55 Roma, Galleria Corsini

“Michelangelo a colori”  a Palazzo Barberini fino al 6 gennaio 2010. Da martedì a domenica h.8,30-19, biglietto euro 12 intero valido 10 giorni per Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Per informazioni www.barberinicorsini.org. La mostra è a cura di Francesca Parrilla e Massimo Pirondini, coordinamento scientifico di Yuri Primarosa.

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