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Moda e bellezza

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                                 Dal cuore alle mani: Dolce&Gabbana

di Antonella D’Ambrosio

 Forti sentimenti si provano a visitare la mostra di Dolce&Gabbana, perfino orgoglio, quasi si fosse gli artefici di tanta Bellezza. Solo la razionalità che innesca la consapevolezza può mitigare la sindrome di Stendhal: si osserva allora la manualità, l’artigianato, l’immensità dell’opera celata dietro a ogni capolavoro. Quanta generosità nel mostrarci tutte queste creazioni. Bisogna ringraziare il Palazzo delle Esposizioni, per aver messo a disposizione gli spazi così sapientemente utilizzati dalla maison; si tratta di una superficie di circa 1.500 mq suddivisi in grandi sale immersive: una narrazione ripensata per questo contesto romano, dove le creazioni entrano in dialogo con l’impianto architettonico del palazzo neoclassico di Pio Piacentini. La mostra “Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana”, dopo Milano e Parigi, visitabile a Roma fino al 13 agosto 2025, raccoglie oltre duecento creazioni uniche di Dolce&Gabbana, simbolo dello stile italiano dell’Alta Moda e rende partecipi del lavoro creativo appunto dal Cuore di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, da cui scaturiscono le idee, alle Mani sapienti, attraverso cui le stesse prendono forma. L’esposizione include, inoltre, il lavoro di selezionati artisti visivi in dialogo con la creatività degli stilisti creando nello spettatore, non inerme o oppresso da tanta pienezza, un circuito virtuoso di sensazioni stimolanti e di gratitudine, perché si tratta di una lettera d’amore alla cultura italiana. Perdersi tra tanta bellezza è un’esperienza unica; si può esplorare il pensiero creativo non convenzionale e unico del brand: elegante e sensuale ma anche ironico, irriverente e rivoluzionario grazie all’indipendenza dei due fondatori, e tutt’ora proprietari della maison, che garantisce ai due stilisti una rara libertà creativa. Le creazioni sono raccontate attraverso una serie di temi ben specificati che evidenziano le molteplici influenze culturali italiane alle radici di Dolce&Gabbana: dall’arte all’architettura, dall’artigianato d’eccellenza al folklore, dalla musica all’Opera, al Balletto, al Teatro alle suggestioni della “dolce vita”. Il percorso espositivo è così articolato:


1. Fatto a Mano


 Per il loro processo creativo, Domenico Dolce e Stefano Gabbana si affidano alle mani sapienti di artigiani che incarnano l’eccellenza italiana del “fatto a mano”. Ogni collaborazione rappresenta una tappa del loro personale “GrandTour” della penisola: le creazioni presentate riprendono tecniche artigiane tradizionali di varie regioni italiane, rilette attraverso la lente dell’Alta Moda. Per esempio i colori delle maioliche di Capri si accendono in ricami scintillanti; occhiali da sole, foulard e pantaloncini evocano l’atmosfera leggera e spensierata della Dolce Vita. Le trame dell’intreccio e l’architettura dei trulli pugliesi si traducono in intarsi ricamati e tessiture complesse, mentre i ricami dell’Alta Sartoria sono ispirati dalla purezza formale delle ceramiche bianche di Grottaglie. Le sete dipinte a mano e i ricami eseguiti con pietre multicolori rievocano gli splendori di Venezia, e i pappagalli ricamati con piume leggere rimandano alla dimensione onirica di un’estate mediterranea a Portofino. In tutte queste creazioni, ricami, pizzi e passamanerie esaltano la raffinatezza del taglio sartoriale. L’incontro tra i due stilisti e Anh Duong, artista nata in Francia ma con origini spagnole e vietnamite, è il coronamento di un intenso dialogo tra arte e moda. Mettendo in scena sé stessa in atmosfere fantastiche, la pittrice esplora tutte le possibilità dell’autoritratto: realizzati tra il 2012 e il 2024, gli autoritratti qui esposti per la prima volta raffigurano l’artista con indosso le creazioni sartoriali e orafe più iconiche dell’Alta Moda e dell’Alta Gioielleria di Dolce&Gabbana.


2. L’Arte e la Maestria del Vetro


 Gli abiti ricamati con cristalli, gli specchi e i lampadari in questa sezione dialogano tra loro in un gioco di riflessi illustrando un’importante fonte di ispirazione per Domenico Dolce e Stefano Gabbana che nella collezione di Alta
Moda presentata davanti a Palazzo Ducale di Venezia nel 2021 rendevano omaggio all’eccellenza della tradizione vetraria, emblematica della Serenissima.


3. Il Gattopardo


 Il Gattopardo, che mette in scena il passaggio dalla tradizione alla modernità, è il film di culto per i due stilisti. Il capolavoro di Luchino Visconti, adattamento dell’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è ambientato in Sicilia dopo lo sbarco di Garibaldi. Viene qui reinterpretata, in stile contemporaneo, la Galleria degli Specchi di Palazzo Gangi a Palermo, dove è stata girata la famosa scena del ballo; sugli specchi compaiono vari momenti del film: Alain Delon nei panni di Tancredi, Burt Lancaster nel ruolo del principe di Salina mentre balla il valzer con Claudia Cardinale, che interpreta Angelica qui evocata da un abito di Alta Moda decorato con i gattopardi.


4. Le Tradizioni Siciliane

 In questa sala viene evocata - ricordiamo che Domenico Dolce è di origini siciliane ed entrambi gli stilisti sono molto legati a questa terra – l’influenza della ceramica e del carretto siciliano, in particolare sulle collezioni Alta Moda e Alta Gioielleria presentate a Palermo nel 2017. In Sicilia la tradizione delle ceramiche risale all’epoca micenea, quando i principali centri di produzione erano Caltagirone, Monreale e Santo Stefano di Camastra. Tutta l’esuberanza di queste decorazioni si ritrova sugli abiti Alta Moda. Il carretto siciliano, nella sua versione originale, esisteva già in epoca greca ma si è sviluppato nella sua forma attuale solo nell’Ottocento.

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5. Il Barocco Bianco


 Affascinati dall’arte di Giacomo Serpotta (1656-1732), che deve la sua fama alla realizzazione di stucchi per numerosi edifici religiosi di Palermo, gli stilisti rivisitano nei tessuti le decorazioni in stucco degli interni, molto in voga in Sicilia nel Seicento e nel Settecento, e ne adottano la tensione drammatica. Nei modelli di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, le figure barocche sono plasmate utilizzando crine di cavallo e ovatta per creare l’effetto tridimensionale, poi ricoperte di duchesse e mikado. I materiali tessili così scolpiti ripropongono tutta la lucentezza e la brillantezza degli stucchi del Maestro Serpotta.


6. La Devozione


 In molte delle creazioni di Dolce&Gabbana brilla il motivo di un cuore sacro, ricamato sugli abiti e realizzato in metallo e perle su borse e flaconi del profumo Devotion, questo elemento focalizza l’attenzione con tutto il suo splendore. Simbolo di vita e di amore, il cuore ricorda che non c’è creazione se non si è disposti a donarsi completamente a un’impresa artistica. Le creazioni di Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria, pezzi unici e vere e proprie opere d’arte da indossare, rappresentano la ricerca di eccellenza che unisce nella stessa passione artigiani e stilisti: modelli splendenti d’oro rimandano al sublime incontro fra sacro e sensuale, caratteristico della teatralità barocca.


7. Nel Cuore di Milano


 L’abito in pizzo macramé dorato con gioielli di filigrana d’oro, è stato pensato come un omaggio alla città dove vengono creati e realizzati a mano tutti i modelli delle collezioni Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria e alla statua dorata della Madonnina, situata in cima al Duomo simbolo della città di Milano. Realizzata nel 1774, si innalza a quasi 110 metri al di sopra di una foresta di 134 guglie: idea di elevazione tramite la passione per il lavoro sapiente dell’artigianato artistico, la ricerca di un’eleganza assoluta, il perseguimento di una perfezione che vada oltre la mediocrità quotidiana. Una bellezza capace di trasfigurare il mondo.


8. L’Opera


 L’opera occupa un posto importante nelle collezioni di Domenico Dolce e Stefano Gabbana perché è la manifestazione più impressionante del dramma all’italiana e offre loro la possibilità di esprimere le passioni nei loro aspetti più estremi. Varie collezioni propongono qui una spettacolare carrellata di grandi opere liriche: “La Traviata”, “Attila”, “Aida”, “Rigoletto” e “Don Carlo” di Giuseppe Verdi; “Tosca”, “Madama Butterfly”, “La fanciulla del West” e “Turandot” di Giacomo Puccini; “Norma e I Capuleti” e i “Montecchi” di Vincenzo Bellini; “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni; “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini…

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9. La Sartoria, Ornamenti e Volumi


 Alcuni atelier, trasferiti temporaneamente nel cuore della mostra, sono il motore indispensabile, il cuore vibrante delle collezioni Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria: laboratori di ricerca all’avanguardia e custodi di tecniche antiche, rappresentano il luogo più sacro e segreto della casa di moda. È qui che prendono forma i disegni degli stilisti, dopo essere stati interpretati dagli artigiani grazie al loro saper fare unico. Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno integrato le tecniche tradizionali con alcune particolarmente originali, come quella del “collage”, che permette di trasporre sulla superficie del capo immagini tratte dalla natura o dalla storia dell’arte. E allo stesso tempo, hanno fatto riscoprire lavorazioni antichissime, come il ricamo a piccolo punto.


10. Vestire l’Architettura e la Pittura


 L’architettura della galleria di Palazzo Farnese a Roma e il celebre ciclo di affreschi di Annibale Carracci (1560-1609) che ne decora il soffitto, qui evocati in una installazione video, costituiscono i principali riferimenti iconografici dei loro capi. Queste creazioni Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria sono l’espressione dell’ammirazione degli stilisti per Botticelli, Leonardo da Vinci, Raffaello, Tiziano, Piero della Francesca, Giorgione, il Salaì, Caravaggio…
L’architetto, come il sarto, parte dai disegni che indicano i principali volumi e le linee generali del progetto, per realizzare le planimetrie e i piani di elevazione dei muri. Nell’alta moda il bozzetto è dapprima trasposto su un tessuto di cotone che riproduce la forma tridimensionale del capo; successivamente, una volta finalizzata la sua struttura, il modello viene steso in orizzontale. A partire da questo prototipo, si taglia e si cuce la creazione sartoriale nel tessuto scelto dallo stilista, aggiungendovi poi gli ornamenti, proprio come l’architetto lascia il posto ai decoratori e ai pittori

11. Le Divinità in Sogno


 La collezione dell’autunno-inverno 2019-2020 si ispira in particolare alle storie dei miti immortalati sui vasi attici in ceramica. Le divinità di Dolce&Gabbana sono qui esposte sui gradini di un edificio che rievoca il Tempio della Concordia ad Agrigento. Questo capolavoro dell’arte ellenistica, costruito intorno al 440-430 a. C., è l’unica architettura in stile dorico in grado di rivaleggiare con il Partenone di Atene. Accanto a questa costruzione, un secondo edificio molto più contemporaneo è ricoperto da mosaici dorati, che si ispirano allo splendore delle tessere musive bizantine nella Basilica di San Marco a Venezia. La sfilata presentata a Venezia per l’autunno- inverno 2021-2022 è invece un tributo all’arte bizantina dei famosi mosaici della Basilica di San Marco e al suo pavimento in stile cosmatesco, ricco di motivi floreali e volute. La mostra a Palazzo Esposizioni di Roma presenta tre nuove sale. La sala “Anatomia Sartoriale” racconta la corsetteria e lo studio delle forme del corpo umano come elemento essenziale della storia culturale dell’abbigliamento. La seconda nuova sala “Cinema” celebra questa fonte di ispirazione costante per gli stilisti, grazie a uno speciale omaggio all’arte unica di Giuseppe Tornatore. “Arte Sarda” è un tributo alla ricchezza del patrimonio tradizionale dell’isola e alla bellezza della sua antica architettura megalitica.

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12. Anatomia Sartoriale


 Le fotografie di corsetti e lingerie realizzate perla prima volta in occasione della mostra a Palazzo Esposizioni ricordano i procedimenti della rayografia e della solarizzazione sperimentati da Man Ray a partire dagli anni venti, nonché la radiografia utilizzata da Helmut Newton per immortalare un piede che indossa uno stiletto, in cui scarpa e anatomia diventano un tutt’uno. È la stessa simbiosi che Domenico Dolce e Stefano Gabbana ricercano creando corsetti che ridefiniscono il corpo, con le stecche che ne sostituiscono l’ossatura. Il loro lavoro sartoriale rafforza la funzione del corsetto nella costruzione di una silhouette perfetta: il sarto si fa scultore della carne.


13. Cinema


 In questa stanza si proietta “Devotion”, il film che il regista Giuseppe Tornatore, autore del celeberrimo “Nuovo Cinema Paradiso”, ha dedicato a Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Tornatore ha più volte collaborato con la maison per la realizzazione di film pubblicitari, lasciandosi conquistare dalla singolarità dell’universo creativo dei due stilisti. “Devotion” è un ritratto sensibile e poetico, capace di cogliere l’essenza profonda della loro visione. Attraverso i momenti catturati tra laboratori e backstage, il regista racconta una bellezza ancestrale e mitica, reinventata con grazia e restituita al presente con partecipe autenticità.


14. Arte Sarda


 Sedotti dalla magia della Sardegna, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno dedicato le loro collezioni invernali 2024-2025 alla ricchezza della sua arte preistorica, alla bellezza delle sue antiche vestigia e alla sua straordinaria cultura popolare. La collezione di Alta Moda ha sfilato nel Parco Archeologico dell’antica città di Nora, fondata nell’ VIII secolo a. C. La sfilata è stata preceduta da una rivisitazione della processione di Sant’Efisio, che si svolge a Cagliari ogni anno all’inizio di maggio in onore del santo patrono. Spettacolari corsetti, coppe e cinture, insieme a collane e orecchini pendenti in oro caratterizzati da una struttura traforata e impreziositi da zaffiri e tormaline multicolori, diamanti, peridoti o tanzaniti, rievocano gli ornamenti presenti nel video reportage che è stato girato durante la processione di Sant’Efisio. La produzione di questi gioielli si ispira alla millenaria tecnica della filigrana, presente sull’isola fin dai tempi dei Fenici e successivamente sviluppata dagli Arabi e dagli Spagnoli. I voluminosi cappotti, i soprabiti e le bluse di colore bianco e nero ricordano la “mastruca”, l’abito tradizionale dei pastori sardi. Il rituale dei Mamuthones, che indossano questo capo rustico, simboleggia la lotta tra il bene e il male, tra la stagione invernale e quella estiva.

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La mostra, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, con il patrocinio di Roma Capitale, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo con IMG è curata da Florence Müller con le scenografie di Agence Galuchat, Il Catalogo, di 264 pagine, a cura di Florence Müller con il contributo di Franco Cologni, Alberto Rocca e Jérôme Neutres, edito da Rizzoli Electa, resterà come prezioso ricordo di questa indelebile Mostra.

“Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana” 14 maggio – 13 agosto 2025
Palazzo Esposizioni Roma , via Nazionale, 194
Promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo Prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo e IMG
Orari;
da domenica a mercoledì
10.00-20.00
da giovedì a sabato
10.00-22.30
Biglietti
Intero € 17 – ridotto € 15 -
ragazzi dai 7 ai 18 anni € 10

1 Commentoa“Moda e bellezza”

  1. …straordinaria e stupefacente la mostra…gli allestimenti e le ambientazioni che la compongono…l’infinita capacità creativa dei due stilisti… accompagnata puntualmente da una ricerca artigianale e culturale di altissimo livello…gli abiti…i gioielli…i capolavori realizzati dagli artigiani…si rischia di essere colpiti dalla sindrome di Stendhal…si trattiene il respiro…è proprio “dal cuore alle mani”!!!… e tu l’hai colta minutamente con grande e sapiente lucidità!!!…

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