I sottili incanti del flageolet
Flageolet, strumento il cui nome è poco familiare a chi ama la musica, eppure ha una sua rilevanza, perché rientra nella famiglia dei flauti. Inventato verso la fine del XVI secolo in due versioni, quella francese e quella inglese, tecnicamente non molto…
Un magnifico ricordo, che condivido con nostalgia. Con Silio Rossi, eccellente collega, ho lavorato per alcuni anni. E Antonio Mazza, oltre che un collega e un amico, è mio cugino. Io sono capitato al Tempo quasi per caso. Riffeser cercava un capocronista e mio fratello Mario segnalò a lui e a Franco Di Bella, che era il direttore editoriale, che io ero libero, dopo essere stato caporedattore del Corriere d’Informazione e direttore della Notte. Io ero perplesso: il capocronista di un giornale romano dovrebbe essere romano, non milanese. Mi chiamò il direttore del Tempo, Gianni Mottola. Gli esposi le mie perplessità e lui insistette: altrimenti, mi disse, l’alternativa era un giornalista proveniente dal Belgio. Allora sono più vicino io, risposi. E accettai. Al Tempo ritrovai molti colleghi, primo fra tutti Tonino Scaroni, un caro amico da molti anni. E una redazione composita: Il Tempo passava per essere un giornale di destra, eppure era pieno di giornalisti di sinistra, a cominciare da un gruppo di colleghi provenienti da Paese Sera (il miglior quotidiano del pomeriggio, comunista). Non so che cosa sia oggi Il Tempo, forse non è più neanche un giornale. Allora era un ottimo quotidiano, con bravi giornalisti “di tutti i colori”. Con Mottola e il suo vice Bruno Costi facevamo un bel giornale ed eravamo riusciti a far aumentare le vendite. Poi, con i successivi editori, siamo andati sempre peggio… Appena ho maturato l’età della pensione me ne sono andato. Mi è rimasto il rimpianto del Tempo che ho vissuto con Antonio, Silio, Tonino…