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Roma oltre gli schemi

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                                          Roma oltre gli schemi

di Antonio Mazza

  Sì, è decisamente fuori ogni schema questa guida di Carlo Coronati, che esplora la nostra caotica ma pur sempre affascinante città in modo quanto meno inconsueto. Noi siamo abituati alla guide che ci accompagnano per la città monumentale, passo dopo passo, pietra dopo pietra, inserendo magari anche quelle chiazze di verde sparse sul territorio delle quali, per fortuna, Roma abbonda. Ne risulta un quadro d’insieme decisamente suggestivo ed esaltante (anche se nella realtà il caos cittadino smonta un po’ l’entusiasmo), dove però è sempre il centro storico e dintorni a farla da padrona. Manca, anzi, mancava qualcosa che ora Coronati, accompagnatore turistico e seguace di quel “turismo lento” che fa sentire l’ambiente sulla pelle, ci propone con un sorriso di complicità: “Roma, guida insolita per esploratori urbani”.

  Il sottotitolo chiarisce tutto, “15 trekking urbani a piedi e in bici per vagabondare nei parchi, nelle periferie, nella street art, nei borghetti della Capitale”. Quindi qualcosa che sta dentro, ai margini e anche fuori (ma non tanto) città e cominciamo subito restando nella cintura urbana con una lunga passeggiata che collega il Testaccio all’Aventino e, passando per Caracalla, approda al Circo Massimo. 11 km. e 4 h. di camminata, con una scheda informativa di taglio minimale per quanto concerne i dettagli (tipo di percorso, bici si- bici no, bus o metro) e mappa allegata (il tutto si ripete per ogni itinerario). Si toccano punti di una certa suggestione, come il cimitero acattolico con i suoi grandi poeti, dai romantici (Keats, Shelley) al beat (Gregory Corso) e dove riposa anche Andrea Camilleri. L’ex Mattatoio Comunale, ora spazio multifunzionale, evoca immagini di cinema anni ’50 (“Una domenica d’agosto”) mentre l’Aventino con le sue chiese (Santa Sabina nella parte alta e San Saba in quella bassa) evoca ricordi di una cupa Roma dell’èra di mezzo succeduta a quella maestosa dei fasti SPQR (le Terme di Caracalla). Sul lato opposto la villa di Albertone e sembra di sentirlo ammiccare ironico al trekker urbano, “Aho! Ma ando’ vai?”.

  La Garbatella non poteva mancare, un tour ad anello che parte dalla fermata metro per penetrare nell’antico (prima pietra 18 febbraio 1920) cuore pulsante di questa città nella città, con i suoi tipici palazzi in barocchetto romano, ariosi e civettuoli, le sue stradine, il suo verde e, di recente, i suoi ormai famosi murales. Un quartiere denso di storia da assaporare senza fretta, come un altro quartiere storico, sorto ai primi del ‘900, Monteverde (itinerario 4: “Scale e scalette di Monteverde”). E’ bello passeggiare fra le superstiti costruzioni liberty, come il delizioso Villino Cirino Silveri, dove girò Totò (ma qui si è girato un po’ dovunque) e poi immergersi nel verde di Villa Sciarra, cara a D’Annunzio che vi ambientò il duello fra Giannetto Rùtolo e Andrea Sperelli, protagonista de “Il piacere” (“erano nella Villa Sciarra, già a metà disonorata dai fabbricanti di case nuove”, riferendosi alla peste palazzinara esplosa dopo il 1870 con vittime illustri come Villa Ludovisi Boncompagni). Porta San Pancrazio con il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina dove aleggiano i ricordi dei drammatici giorni del 1849, quindi i vasti spazi di Villa Pamphili, una corroborante camminata “en plein air” costeggiando preziose testimonianze barocche come la Palazzina Algardi e, completando l’anello, le case popolari dove Pasolini ambientò “Ragazzi di vita” e quella dove visse e operò il famoso Mauritius Cornelius Escher.

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  Tutto verde con “Da una villa a una valle”, ingresso da largo Martin Luther King sul lato ovest di Villa Pamphili poi, dopo aver rasentato il Casale di Giovio, resti di un monumento funebre romano, il laghetto ed il roseto, si entra nella Valle dei Casali giungendo alla storica Villa York, costruita nella seconda metà del ‘600 (dopo anni di abbandono è in fase di recupero ma appare incerta la sua destinazione d’uso). E un misto di cemento e verde è invece “Da Santa Maria della Pietà al misterioso Monte del Gallo”, un simpatico percorso che rasenta il Parco del Pineto,  la zona dove un tempo erano le fornaci, le mura vaticane e termina nel grazioso e poco noto Parco Piccolomini, con  un gioiellino del XV secolo, la Villa del Sole. E’ davvero un itinerario a sorpresa ma lo sono un po’ tutti perché Coronati è abile nel trovare il lato curioso-misterioso che impreziosisce i 15 trekking urbani. Così “Villa Ada selvaggia e i Parioli”, con i camminamenti di Forte Antenne, il bunker dei Savoia e il magnifico ma (ingiustamente) poco visitato complesso delle catacombe di Priscilla.

  Con “Il passaggio verde a nord-est, da piazza Ungheria a Ponte Mammolo” ci immergiamo nel Parco della Valle dell’Aniene, una piccola sosta meditativa innanzi alla targa che ricorda il sacrificio dell’appena adolescente Ugo Forno, piccolo eroe partigiano, tocchiamo il medioevale Ponte Nomentano e, dopo aver ammirato i villini della “città giardino” (Monte Sacro), ci spingiamo fino a Ponte Mammolo, dove svetta lo stemma di Pio IX. Ci accompagnano i murales, così come nel percorso da Tor Tre Teste a Pignattara che lambisce testimonianze antiche quali l’Acquedotto Alessandrino, il Mausoleo di Elena con le sontuose catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, assolutamente da visitare, e testimonianze moderne, ovvero la sorprendente struttura della chiesa di Dio Padre Misericordioso. Termine corsa innanzi al bellissimo murale dell’indimenticabile “Nannarella”, Anna Magnani. E restiamo in periferia (cioè, quella che una volta era tale) andando dal Quadraretto al Pigneto, quindi Porta Furba, la fontana come “mostra” dell’Acquedotto Felice, le stradine dello storico Pigneto (qui Pasolini girò alcune scene del suo capolavoro, “Accattone”), il Parco delle Energie con un laghetto sbocciato per caso nello spazio dell’ex Snia Viscosa.

   Il verde che s’insinua fra le pieghe del cemento è il leitmotiv di nuovi tragitti, come quello da Porta Furba a Ponte Mammolo toccando anche il Casale Della Cervelletta, luogo del cuore del Fai per il quale è stato finalmente avviato un progetto di recupero. Più a respiro ampio è, ovviamente, la camminata nell’area dell’Appia Antica, con il Parco degli Acquedotti, la Villa dei Quintili, Capo di Bove, la villa di Massenzio, le catacombe. E così pure “San Giovanni e Appio Latino, tra natura e storia”, la Caffarella, il casale della Vaccareccia ma soprattutto il fiume Almone, sacro ai nostri Padri, colombari, cisterne, un tempio poi, risalendo per porta Metronia, si può arrivare a piazza Vittorio Emanuele II. In fondo sono tutti corridoi, come quello, conclusivo, dalla Cecchignoletta alla Caffarella, con il castello restaurato da un famoso architetto, che si ricollega all’Appia Antica. E, sempre, come un basso continuo, la presenza dei murales che fioriscono in punti spesso degradati, ed è come una rinfrescata per tutto il territorio circostante.

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  Impossibile entrare nei dettagli, ogni percorso recando in sé tanti meandri da scoprire in quanto il libro di Coronati è di quei libri non da leggere e basta ma da “vivere”. Come dicevo all’inizio ogni singolo trekking è corredato di informazioni in un modo quasi maniacale, cosa senz’altro positiva perché ci si può immergere nel vagabondaggio mirato in tutta serenità, scarpe comode, uno zainetto con il necessario e, ovviamente, la macchina fotografica per fissare le immagini di una Roma inedita (la media di percorrenza dei 15 itinerari è di 4 ore e 12 km. circa, quindi non molto faticosa). Abituato anch’io al “turismo lento” e con una lunga esperienza di trekking di montagna, ho subito sperimentato un paio di percorsi seguendo la traccia di Coronati e ne sono rimasto gradevolmente sorpreso. E’ la sorpresa della novità (ce ne sono tante nel testo) che più affascina, soprattutto scoprendo come, nonostante la peste palazzinara che ci trasciniamo dietro dai giorni di Porta Pia, ci sia ancora molto verde sparso fra le pieghe della nostra città. Quasi a proteggerla dal caos che pure scandisce i nostri ritmi quotidiani, rendendoli, grazie ai suggerimenti di urban trekking, più a misura d’uomo.

“Roma, guida insolita per esploratori urbani”, di Carlo Coronati. Ed. Il Lupo, pagg.240 euro 15.

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