mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

XX secolo, l’Europa delle dittature

DSC_0006L’importanza della memoria storica. Mai come oggi, in questa deriva di valori che caratterizza la nostra epoca, è necessario preservare l’immagine di ciò che siamo stati. Soprattutto per quanto riguarda il nostro paese, certo, con il suo passato denso di eventi  che si concatenano l’un l’altro, senza però trascurare il contesto geopolitico del quale facciamo parte. L’Europa con le sue luci e le sue ombre, il Vecchio Continente che nei secoli ha dispensato vita e morte all’esterno e dentro i suoi confini. Una storia complessa, con fratture spesso drammatiche e ferite sul corpo sociale che solo lo scorrere del tempo può sanare, come nel secolo scorso, il secolo delle guerre e delle dittature. Ovvero “I totalitarismi nell’Europa del Novecento”, di Vito Lo Curto.

  Non è il solito saggio storico più o meno documentato, bensì un testo che, essendo all’origine destinato alle scuole secondarie superiori, ha una struttura squisitamente didattica, per cui risulta affatto tecnico, di immediata fruizione. I tre grandi totalitarismi del ‘900 sono narrati ed analizzati componendo come una sorta di mosaico, le cui tessere sono interventi sui vari aspetti delle dittature. Brani di articoli, di saggi, di conferenze, ognuno di essi commentato dall’autore, il cui insieme permette di penetrare a fondo in quell’universo senza luce che è il totalitarismo. E la genesi del male inizia all’indomani della pace di Versailles, che lascia la Germania frustrata e anelante al riscatto ed esso avverrà, dopo la caduta della Repubblica di Weimar, politicamente debole quanto culturalmente forte (’Espressionismo, l’architettura del Bauhaus, eccetera). Hindenburg consegna il potere a Hitler ed inizia la lunga notte della Germania e dell’Europa.

  Nella fase “pre” vengono citati testi di Benedetto Croce, Karl Jaspers, Hanna Arendt, Juan Huizinga (autore del mitico “L’autunno del Medioevo”). Poi si entra nel merito, con la nazificazione della cultura, dai roghi della “arte degenerata” alla teoria dello “Herrenvolk”, il Popolo Signore, dall’antisemitismo ai lager. E lo “spazio vitale”, che comporta un espansionismo aggressivo timidamente contrastato dall’Europa libera (vedi Chamberlain). La Germania diventa un universo chiuso, dove si celebra il culto del capo con una liturgia di lugubre spettacolarità (i raduni di Norimberga filmati da Leni Riefenstahl), il “Mein Kampf” quale unico codice di valori. E negli scritti di Shirer, Einstein, Mosse, Fest, Primo Levi e dello stesso Hitler si evidenzia tutta la lucida follia di un sistema che davvero ha incarnato il male assoluto. Con un suo lato esoterico che ne amplifica la drammaticità, rispetto alla quale il fascismo, che pure da ispiratore divenne gregario del nazismo, si può definire una farsa tragica. Certo la componente latina, più solare, ha avuto il suo ruolo, impedendo una cristallizzazione di tipo dogmatico, come è avvenuto per il nazismo, ma gli elementi di base ci sono.

sd

Alla base la mistica dello stato, come teorizza Mussolini (pag.81), che si identifica nel partito e che si estrinseca nel culto del capo. Il resto è contorno, dalla retorica dei sei milioni di baionette alle veline del Minculpop, con sullo sfondo lo strisciante e mai risolto dissidio con la monarchia, che sfocerà poi nei fatti del 25 luglio. Oltre a questa interessante analisi di Alberto Aquarone (pagg.89-90) compaiono brani di Salvemini, Candeloro, De Felice, Venturi, che delineano la fisionomia apparente ed occulta del fascismo.

 Infine l’universo concentrazionario comunista, quale divenne sotto Stalin, con le Grandi Purghe degli anni ’30, i gulag e l’onnipresente polizia politica, l’NKVD. Dopo aver eliminato, alla morte di Lenin, il gruppo dirigente, Trotskij, che aveva ristrutturato l’Armata Rossa, Bucharin, l’inventore della NEP, Zinoviev, Kamenev ed altri, Stalin diede il via alla collettivizzazione forzata delle campagne, eliminando i kulaki, i contadini ricchi. E’ l’inizio del Terrore che, dopo la pausa della guerra e l’appello al patriottismo, riprenderà con i processi-farsa degli anni ’50, estesi a tutta l’area d’influenza sovietica (quel clima di paura, delazione e morte è magistralmente ricostruito in “Buio a mezzogiorno”, di Arthur Koestler). Poi il XX Congresso del PCUS, la destalinizzazione, ma il regime si è ormai sclerotizzato e, con la successiva perestrojca gorbacioviana, non può che implodere. Tutte da leggere, qui, le pagine sul dittatore georgiano, da quelle freddamente burocratiche di un dipendente di cooperativa accusato di “propaganda antisovietica” alla denuncia trotskista del “bonapartismo” staliniano, fino alle prese di posizione di intellettuali italiani, da Salvadori a Spriano, a Silone.

  Ma in Europa ci sono anche altri totalitarismi, ispirati al fascismo italiano, alcuni finiti negli anni ’30 (l’Austria di Dolfuss annessa dal nazismo), altri soffocati dall’espansionismo sovietico (Bulgaria e Romania), ed altri ancora durati fino agli anni’70, come la Spagna di Franco ed il Portogallo di Salazar (e poi di Caetano). Da citare l’appello di Carlo Rosselli da Radio Barcellona (pag.113), un brano di Max Gallo sulla crudele repressione franchista dopo la caduta di Madrid, il “decalogo” salazariano (pag.115) ed altri risalenti al dopoguerra, come il “Manifesto dei 101” a proposito della fallita rivoluzione ungherese (pag.118). Una serie di illustrazioni, talune satiriche, altre più drammatiche, completano il saggio che ripercorre momenti drammatici della storia del secolo scorso. Raccomandato soprattutto a quei ragazzotti che,  partecipando ad un popolare gioco a quiz, non sapevano chi fosse Hitler. Ma non sono certo i soli, in questo paese, ad aver perso la memoria storica…

 fgh

“I totalitarismi nell’Europa del Novecento”, di Vito Lo Curto, Ciolfi editore, pagg.160 euro 15.

 

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera