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“8 donne per 8 imperi”

locan  (1)Dopo aver ospitato il set di “La grande bellezza” per una delle scene più memorabili del film di Sorrentino appena premiato con l’Oscar, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha continuato e continua a ospitare attività ed eventi culturali di grande suggestione. Per l’8 marzo, in occasione della Giornata della donna, alle ore 16 verranno ricordate in una conferenza le pioniere dell’archeologia e, subito dopo, 8 archeologhe parleranno di “8 donne per 8 imperi”, partendo dalla descrizione di alcuni reperti della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale.

Ma chi sono queste protagoniste del passato che la locandina dell’evento definisce “affascinanti, potenti e ribelli?

Nella prima gallery talk, alle ore 17, nella sala 13, il personaggio di “Elena di Troia, figlia del cigno, bellezza di dea”, nata secondo il mito dall’unione di Zeus trasformato in cigno con Leda, viene presentata come “regina infelice”, in quanto causa di una guerra decennale che si concluse con la distruzione di Troia.

Sempre alle ore 17, nella sala 4, si parla di “Aspasia la straniera” (nata a Mileto, nella Ionia, e quindi straniera per gli ateniesi), ovvero “Concubina occhio di cane”, secondo la definizione non proprio lusinghiera del poeta comico Cratino. Colta e bellissima, Aspasia è la donna più celebre dell’età di Pericle, nell’Atene del V secolo a.C., e amante dello stesso Pericle.

L’affascinante “Cleopatra, ebbra della dolce sorte”, viene rievocata (alle ore 17,30 nell’Emiciclo Castellani) in chiave storica, come regina e come donna, che non esita a servirsi del suo fascino femminile per restaurare la potenza dell’Egitto, minacciata da Roma, e che alla fine della sua vita sceglie una morte per avvelenamento (nel 30 a.C.), piuttosto che cadere nelle mani del suo nemico Ottaviano. Alla stessa ora, nella sala 12, è ospitata la gallery talk dal titolo “Dietro il trono di Roma. Tanaquilla, esperta in prodigi”. Il riferimento è alla tarquiniese moglie di Tarquinio Prisco, che pronosticò al marito che sarebbe diventato re e che favorì l’ascesa al trono di Servio Tullio, dopo la morte di Tarquinio.

Alle ore 18, nella sala 13, “Ricordami, ma ah! Dimentica il mio fato” allude a Didone l’orientale, ovvero la regina cartaginese che si sarebbe suicidata dopo essere stata abbandonata da Enea, antefatto mitico della rivalità tra romani e punici.

Sempre alle 18, nell’Emiciclo Castellani, sala 23, “Elena, madre imperiale”, è la protagonista di un destino straordinario che, da iniziale concubina di Costanzo Cloro la fa diventare Augusta, in quanto madre dell’imperatore Costantino, e da ultimo “santa”, grazie al ritrovamento delle reliquie della “vera croce” di Cristo, durante il suo viaggio in Terrasanta. Proprio per questo suo viaggio di ricerca potrebbe essere considerata la prima archeologa della storia.

Un personaggio non certo positivo della storia arcaica di Roma è quello dell’avida Tarpea, “sepolta dagli scudi”, che avrebbe aperto le porte della rocca capitolina ai Sabini, in cambio dei loro bracciali, e che sarebbe stata da loro gettata dalla rupe che porta il suo nome. Si parla di lei alle ore 18,15, nella sala 37, mentre alla stessa ora, nella sala della Fortuna, viene rievocata Giulia, figlia ribelle di Augusto, cui fa riferimento la frase “Vorrei essere morto senza figli”.

Triste destino quello di Giulia, che fu a lungo al centro dei disegni politici del padre. Venne fatta sposare, infatti, a coloro che Augusto via via designava a reggere l’impero dopo la sua morte: dapprima al cugino Claudio Marcello, poi all’anziano Vipsanio Agrippa, infine a Tiberio. Dotata di grande intelligenza e finemente educata, fu, però, secondo le fonti dell’epoca, incline alla dissolutezza. Abbandonata da Tiberio, fu nel 2 a.C. relegata dal padre nell’isola di Pandataria (oggi Ventotene) e in seguito a Reggio Calabria, in applicazione alla legge Giulia sugli adulterii da lui stesso emanata. La sua è la tragedia, attualissima, della difficoltà di conciliare il bisogno di libertà con gli obblighi del vivere quotidiano, ma anche quella del desiderio inappagato di amore di una donna insoddisfatta, che cercava negli uomini quel rapporto d’amore che avrebbe voluto dal padre.

di Nica Fiori

locandina 8 marzo villa giulia

 Creature affascinanti, potenti, ribelli.


SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELL’ETRURIA MERIDIONALE

MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA

8 marzo 2014
(ore 16,00 – 19,00)
Prenotazioni obbligatorie

francesca.guarneri@beniculturali.it
Info: www.villagiulia.beniculturali.it
Il

costo del biglietto d’ingresso al Museo include la partecipazione agli eventi.

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