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Francesco, fallo su Ignazio.

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C’è qualcosa di strano sotto il cielo di Roma

“Io il sindaco Marino non l’ho invitato, sia chiaro!” Questa la risposta tranciante di Papa Francesco alla domanda di un giornalista sulla via del ritorno dal trionfale viaggio negli Stati Uniti d’America, quasi in contemporanea con quello del sindaco di Roma che lo ha preceduto negli USA solo di qualche giorno. E’ proprio quel “sia chiaro” che sorprende e che la dice lunga sull’aria che tira di qua e di là del Tevere a poco più di due mesi dall’8 dicembre, giorno d’inizio dell’anno santo straordinario. E la risposta di Ignazio Marino, tra il sorpreso e l’incacchiato, qual è stata? “Io non ho mai detto di essere stato invitato da papa Bergoglio!” Voi capite che si può essere spontanei (spontanei?) quanto vi pare, ma a me questo batti e ribatti, così acido e così inconsueto tra la massima autorità della Chiesa, appunto il papa, ed il sindaco di Roma, appare francamente destabilizzante e chi ci va di mezzo sono i cittadini, sorpresi ed anche un po’ disorientati dalla novità. Che sia calato qualche velo e sia venuto fuori qualcosa ancora tutta da decifrare? Non lo so, ma una cosa la voglio subito mettere in chiaro. imageMarino, che io ho votato, sarà anche la persona più onesta del mondo, ma come sindaco di Roma si è rivelato di una inconsistenza pazzesca, sia sotto il profilo dei risultati attesi, sia, diciamolo in tutta serenità e senza enfasi, sotto il profilo delle scelte personali, incomprensibili ai più.

Esplicito meglio il concetto.

Io non voglio ritornare ancora sulla storia del funerale del Casamonica, avvenuto, comunque alla luce del sole e non in maniera clandestina, ma il fatto che si sia dovuto aspettare che scoppiasse il finimondo per sentire qualche flebile voce dal colle del Campidoglio, la dice lunga su come l’Amministrazione della capitale d’Italia percepisca certi fenomeni che investono Roma e la deturpano nell’orgoglio e nell’immagine. E il suo sindaco sguazzava nelle esotiche acque dei Caraibi. “Tengo famiglia!” avrebbe detto. Più o meno. Dello schifo indecente che ancora deturpa e ferisce mortalmente la città, che ha perfino deciso di concorrere all’assegnazione delle olimpiadi del 2024, mi sono stancato di parlare, tanto non serve a nulla, e allora? Allora la domanda sorge spontanea: Che cosa ha spinto Papa Francesco a delegittimare, in maniera così dura e così plateale il sindaco di Roma?

Ancora:

E’ propedeutica a che cosa l’esplicitazione, urbi et orbi, del malanimo di Bergoglio nei confronti di Ignazio Marino? Qui gatta ci cova, perché se il papa si è esposto in prima persona, ed in maniera così dura, contro il sindaco di Roma, non l’ha fatto per leggerezza o perché l’altitudine dell’aereo su cui volava gli ha frullato i neuroni. Francesco può piacere o non piacere, ma non è uno sprovveduto! Peraltro, nella curia pontificia può contare su finissimi diplomatici che si muovono con i piedi di piombo e con la leggerezza della volpe sulla neve, ragion per cui avrebbe potuto mandare, prima, segnali soft di qua del Tevere, in direzione del Campidoglio, poi avrebbe potuto assumere la regia di rumors via via crescenti ed, infine, esplicitare sul piano diplomatico l’eventuale dissenso. O mal di pancia, per dirla in maniera greve. Francesco non è soddisfatto di come procedono i lavori del giubileo? E c’era bisogno di massacrare Marino con quel livido “sia chiaro” pronunciato a denti stretti e con l’indice a sottolinearne la forza? E quello sguardo così serio e così truce, ma anche così lontano dal bonomia del Francesco fin qui conosciuto, a cosa poteva riferirsi? Un papa che alza il telefono per fare gli auguri di buon compleanno persino alla sora Cesira, perché non l’ha alzato con il chirurgo invece di sput.., scusate, invece di delegittimarlo pubblicamente? Secondo me non l’ha alzato perché con Marino non ci voleva proprio parlare. Punto!

E che ti fa l’Ignazio?

Risponde con un balbettante “Io non ho mai detto di essere stato invitato!” Ignazio Ignazio! Ma non sarebbe stato meglio non rispondere? Certo che sarebbe stato meglio, ma la paura di passare per un infiltrato nel codazzo papale gli ha sciolto la lingua ed il risultato è stato deprimente. No, no, qui gatta ci cova e sapete che vi dico? A me non è piaciuto per nulla il tono stizzoso e plateale di Francesco I, ma la risposta/giustificazione di Marino mi è parsa addirittura infantile ed esangue.

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Però….però… mi vien da pensare che la cosa avrà una coda lunga lunga e vi saranno anche degli effetti.

Vedremo.

10 Commentia“Francesco, fallo su Ignazio.”

  1. Lo sa Dottor Movilia che ieri sera a tavola con mio marito ed altri amici si parlava proprio di questo e Adriano, l’amico di una vita, ha usato quasi le sue stesse parole a proposito della polemica in argomento?
    Anche a noi l’uscita di papa Francesco è apparsa strana e, comunque, condotta sopra le righe.
    Ma la diplomazia non esiste più? Dopotutto si riferiva all’uomo Marino, ma anche al sindaco della capitale, figura istituzionale che sta lì perchè il popolo lo ha eletto, non per grazia ricevuta.

  2. Maria Teresa // 30 settembre 2015 a 19:54 // Rispondi

    Mi dispiace ma non sono d’accordo. Sinceramente a me è piaciuta la risposta e la precisazione di Papa Francesco ai giornalisti. Un po’ meno il comportamento del nostro sindaco e il suo viaggio negli USA … pagato da chi? Il fatto che sia stato eletto dal popolo (anche da me che ne sono pentita) non giustifica tutto. Invece del viaggio a Filadelfia o delle vacanze prolungate (sempre negli USA) perché non fare qualche passeggiata per le strade di Roma e constatare di persona il degrado in cui si trovano per le buche e per i cumuli di spazzatura?

  3. Non ho seguito la vicenda in oggetto, né mi appassionano le provocazioni giornalistiche. La vita è breve e le cose a cui pensare sono tante. Ammetto la mia abissale ignoranza sui giochi acrobatici che si intrecciano nelle segrete stanze, nei cuniculi della politica politicante. Marino sarà pure uno sprovveduto, ma la sua goffaggine rivela innocenza politica e ciò lo rende simpatico (anche al sottoscritto). Non sono neppure un vaticanista, né cattolico fervente, ma da laico sono abbastanza perspicace per immaginare i veri destinatari della esternazione rassicurante del Pontefice: cattolici bigotti e chiusi sul diritto di famiglia, magari meno intransigenti sulla sottile linea di demarcazione che separa il tributo che si deve a Cesare e quello che si deve a Dio. Un Pontefice, si sa, edifica ponti, Ignazio Marino vi corre sopra e sotto, come il comico Forrest Gamp. Blaterando sulla loro impopolarità, al popolo non resta che renderli entrambi più popolari. Succedeva già così nella Roma antica, anche senza la TV e senza la Rete.

  4. L’articolista ha posto una questione seria che, sostanzialmente, non riguarda Marino se non per caso: perchè la massima autorità della chiesa di Roma è stata costretta ad assumere un tono molto prossimo alla polemica stizzosa?
    Il giornalista fa il suo mestiere e prova a fare tutte le domande, com’è giusto che sia, ma il papa si è fatto vincere dall’istinto e quell’agitare di dito indice così inconsueto e così perentorio non può non lasciare sorpresi, direi sconcertati.
    La lettrice Maria Teresa parla dell’assenza del sindaco dalla città che amministra, ed ha ragione, ma mi sembra che il signor Movilia intende mettere a fuoco non tanto la polemica tra il papa ed il sindaco, bensì la novità, ossia la discesa in campo del capo della chiesa per dare forza al dissenso che presumibilmente sta montando verso il Campidoglio guidato dal chirurgo. Se così è, c’è da chiedersi perchè e perchè adesso, alla vigilia del Giubileo.
    E la diplomazia vaticana bypassata in maniera così plateale è cosa normale? Ed il portavoce?
    No, io credo che il signor Movilia abbia ragione, ma aspettiamo e vedremo

  5. Il Papa si è ancora confermato: uno come noi:

  6. Ho aspettato un po’ per dire la mia perché sono polemico per natura, ma ho come l’impressione che per un attimo sia uscito fuori il vero Bergoglio. Gesuita fino al midollo. Gli attriti col Campidoglio ci sono eccome. Alla vigilia dell’anno santo il Comune ha l’ardire di continuare chiedere alle case di ferie dei preti cioè alberghi piuttosto lussuosi, addirittura l’IMU e la TARI. E poi, come osa Marino lasciare una città sporca come una latrina quando devono arrivare torme di fedeli che verseranno nella casse dello stato (Vaticano) montagne di quattrini? E vero che Francesco ha detto che tutti devono pagare ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (o il Marino?) E i gesuiti sono maestri nel dire una cosa e farne un’altra. C’è una vignetta pubblicata su Charlie Ebdo,in occasione del viaggio a Rio del 2013, forse un po’ pesante per gli estimatori di Bergoglio: vestito da ballerina di samba dice “ Qualsiasi cosa pur di raccattare clienti”. E quel fare qualsiasi cosa è molto da gesuita, che può comprendere anche reprimere la propria personalità.

  7. Caro Maurizio,
    io non intendo generalizzare l’operato e l’azione di papa Francesco, nè soffermarmi su temi al calor bianco di cui tu parli, e con te milioni di italiani, perchè a me interessava mettere in risalto una novità assoluta, ovvero la singolare querelle tra il sindaco di roma ed il pontefice.
    Mi ha colpito il gesto e la sottolineatura di un fatterello, tutto sommato risibile, ma specchio di qualcosa che in passato non avevamo mai registrato.
    Insomma, perchè il papa stesso è sceso in campo per affermare platealmente che non era stato lui ad invitare Marino?
    Non poteva limitarsi a dire che lui non spedisce inviti e che sono attività demandate alle strutture competenti della curia?
    A me dispiace che il destinatario sia il sindaco di Roma il quale, checchè ne dica, non sembra in grado di arginare lo smottamento verso il baratro di una città che tutto il mondo ci invi(diava) e, per giunta, ha stancato tutti con le sue frequenti fughe in America.
    Insomma, Maurizio, ho cercato di circoscrivere il focus nel modo che ti ho detto. Per il resto, non basta un articoletto di enzo movilia per dare risposta agli innumerevoli interrogativi che tu poni, ma sono certo che altrettanto innumerevoli sarebbero le risposte.

  8. Certo il fatto è insolito. Normalmente le relazioni fra la cittadinanza e il pontefice sono idilliache, o quanto meno di reciproca tolleranza. Stavolta l’intolleranza è di una sola parte, e rivolta non alla cittadinanza ma al suo massimo rappresentante. Sembra che a parti invertite si ripropongano le lotte medievali fra l”SPQR” e il papato quando il pontefice doveva fuggire dall’ira popolare. Che ne pensa e cosa ne dice la gente? Molto dipende dall’atteggiamento vanesio e da primadonna del sindaco e dai successivi strali dell’opposizione politica tutta (compresa quella del suo partito), e, dall’altra parte, dallo sconcerto rappresentato dall’atteggiamento insolito del papa tollerante e proletario.
    Non avendo conoscenza di fatti “altri” si può supporre che il malanimo di Francesco nei confronti d’Ignazio sia dovuto alla scarsa dedizione del comune per l’approntamento dei preparativi per il prossimo giubileo?

  9. Pietro Parisi // 7 ottobre 2015 a 11:58 // Rispondi

    Hai ragione su … entrambi i fronti. Non ho la fortuna (fortuna? ) di abitare a Roma e, quindi, percepisco meno di quello che puoi avvertire tu. Ti confesso che nessuno dei due personaggi “godono” della mia stima. Sua Santità cerca di correre ai ripari (troppo tardi) sulla famiglia con il Sinodo. L’attuale primo cittadini di Roma potrebbe tornare a fare il chirurgo. Ognuno con le sue competenze, vere o presunte. Un abbraccio.

  10. Pietro Parisi // 30 ottobre 2015 a 7:21 // Rispondi

    Caro Enzo,
    Recitare il “mea culpa” per avere votato uno come l’attuale (attuale?) sindaco di Roma, serve a nulla. Ti ho già detto come la penso. In altri tempi e con altri personaggi, la diatriba non sarebbe stata resa pubblica come è accaduto alla stregua di una lite tra comari da cortile. “Così è se vi pare”. Un abbraccio.

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