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I crociati del Nulla

Isis fighters, pictured on a militant website verified by AP.  “Allah akbar!”, Dio è grande, così inizia la preghiera del credente nella moschea, parole che un buon musulmano considera bestemmia in bocca a quelli dell’Isis, i fanatici del califfato. Più estremisti di al-Qaeda e al-Nusra e degli stessi talebani, spietati e sanguinari, animati da un odio totale verso l’Occidente corrotto e imperialista, risultano destabilizzanti per lo stesso mondo islamico, il cui atteggiamento è ambiguo. E’ una questione di equilibri, i sunniti dell’Isis sono foraggiati dal Qatar (che però sembra si stia defilando, l’Isis è troppo radicale) e, di contro, si sta formando un asse Bagdad-Teheran, sulla base sul comune denominatore sciita, per contrastare questa follia che può sconvolgere gli assetti geopolitici dell’intera area.

  Ma parliamo di noi, di un Occidente che si è reso conto tardi del pericolo che lo sovrasta, demandando come sempre agli americani la prima mossa. Tardiva anche questa, perché l’Isis dilaga nel Maghreb dove in Libia, preda della guerra per bande, si sta consolidando una forte presenza jihadista (e Boko Aram, altra cellula del terrore, ha proclamato il califfato in Nigeria). L’Europa, finalmente, comincia a svegliarsi, choccata (come tutto il mondo) dai  video con la barbara uccisione dei due giornalisti americani. E qui c’è da riflettere, perché l’assassino è un europeo, un inglese convertito all’Islam e alla Guerra Santa. E non è l’unico, ci sono altri europei, fra cui molti italiani, uno dei quali è recentemente caduto in Siria dove combatteva con i qaedisti (interessante il suo diario, per capire i meccanismi di una scelta così radicale). Cosa li spinge ad una scelta estrema? Non è solo frustrazione individuale sublimata in un delirio di potenza, chiamiamolo così, sarebbe banale, qui c’è il reale desiderio di costruire un ordine totalmente nuovo, un mondo nuovo perché intorno è solo marciume e corruzione. E’, paradossalmente, un anelito di purezza, la palingenesi totale che però, nel suo atroce divenire, è solo morte e distruzione, la Shari’a come emblema del Nulla.

  Trovo una forte analogia con il comportamento dei Kmer Rossi, anche loro perseguivano la palingenesi totale, che costò due milioni di vite, un terzo della popolazione cambogiana. E allora che fare, come arrestare questa furia vendicatrice che sta per abbattersi sull’intera Europa? Il pentastellato Di Battista ha suscitato un vespaio di polemiche con le sue dichiarazioni ma un fondo di verità c’è, innegabile: il brodo di coltura del fondamentalismo è fermentato sin dall’intervento americano in Iraq, con tutto il seguito di episodi negativi, da Falluja ad Abu Graib senza dimenticare Guantanamo, dove molti solo sospettati di terrorismo stanno lì a marcire da anni. Prima ancora però, lontano nel tempo, le responsabilità dei colonialisti, che non facevano certo gli interessi locali, salvo favorire gruppi di potere fregandosene di etnie e appartenenze religiose (e il mondo islamico è molto variegato come sappiamo). Tutto vero, l’errore è nel proporre il dialogo con gente che non sa e non vuole dialogare, usa il terrore e basta, anche all’interno dello stesso mondo islamico, dunque l’unica possibilità è la forza (semmai bisognava tentare il dialogo prima, quando l’Isis era ancora in embrione). Anche il buon Francesco parla di “fermare” e qui è il punto: “come”?

  E’ giusto mandare le armi ai curdi? Nella confusione dello stato iracheno, cui l’importazione marca Bush della democrazia non sembra aver molto giovato, i peshmerga curdi sono l’unico baluardo effettivo contro le Armate della Notte. Ma deve intervenire anche l’Onu, inviando truppe se del caso, per arginare una lebbra che presto contaminerà tutto l’Occidente. Come e peggio di Ebola. In tutta Europa ci sono forti comunità islamiche, alcune già sospette, come in Gran Bretagna, altre dove possono allignare simpatizzanti, come in Italia. Di certo l’Islam non è “questo”, il vero Islam è tolleranza e anche nelle turbolenze della Storia ci sono esempi notevoli, come nella Sicilia fatimida dove convivevano in pace le tre religioni abramitiche. La comprensione, il dialogo, ma prima bisogna bloccare l’Isis. Con ogni mezzo. Sfruttando le contraddizioni al suo interno (la lotta intestina fra Isis e al-Nusra) e formando una sorta di santa alleanza trasversale per neutralizzare il germe della terza guerra mondiale (e Obama si sta impegnando). Una guerra di religione, uno scontro di culture come nove secoli fa nel bacino mediterraneo, per impedire la follia della “Umma” la grande nazione islamica, dall’Asia all’Europa passando per l’Africa (e al-Zawahiri ha aperto un nuovo fronte in India). E questo dovrebbe servire come spunto (drammatico) all’Europa (e tutta la sfera occidentale) per ripensare se stessa, perché un mondo dominato dal capitale, dove vige solo la sopraffazione dell’uomo sull’uomo, non può che generare mostri.

1 Commentoa“I crociati del Nulla”

  1. Partiamo da un principio indimostrabile, ma che purtroppo si sta dimostrando vero: “LA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE NON E’ UN BENE ESPORTABILE” E’ sotto gli occhi di tutti quello che è accaduto nei paesi “non democratici” liberati sotto la spinta dell’Occidente. Iran,Iraq, Libia, Egitto, Somalia, per ricordare i più recenti.
    Finchè c’erano despoti arrivati al potere col beneplacito dell’Occidente che si turava occhi e naso, tutto andava bene, poi il disastro.
    In fisica c’è un famosissimo principio che recita: “ ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. In laboratorio per annullare questa reazione basta che la forza che la provoca venga azzerata, ma nella vita questo risulta molto più difficile.
    Cosa fare?
    Rimettere il tappo dispotico aspettando maturazione e tempi migliori, oppure demandare come al solito al gendarme americano la soluzione del problema tenendo presente che le leggi della fisica sono ineludibili.

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