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Il principe dei sogni

Il convito di Giuseppe cEra quello uno spettacolo che non poteva non stupire i visitatori del Palazzo Vecchio, soprattutto gli stranieri, ed era in fondo ciò che voleva Cosimo quando aveva commissionato gli arazzi con le Storie di Giuseppe. Stupire, appunto, perché quei quattrocento metri quadrati di tessuto istoriato che tappezzavano la Sala dei Duecento non esprimevano solo bellezza in sé ma celebravano la potenza di una famiglia che aveva reso Firenze una delle più importanti città della penisola.

  I Medici e Cosimo I°, abile politico e grande mecenate, che si servì di maestranze fiamminghe, come avveniva in altre corti del centro Italia, vedi Estensi e Gonzaga. A due grandi pittori fiorentini, Jacopo Pontormo e Agnolo Bronzino, diede l’incarico di realizzare i cartoni che sarebbero servito come modello ai maestri arazzieri Jan Rost e Nicolas Karcher.  Lavorarono a lungo, con metodo, narrando in venti puntate la storia di Giuseppe come figura nella Bibbia, la storia di un  uomo che, venduto come schiavo riuscì a diventare protagonista nella vita dell’antico Egitto.

  Cosimo scelse il tema di Giuseppe venduto dai fratelli per il suo contenuto morale, cioè l’uomo onesto che, pur tradito dalle persone più care, riesce ad imporsi, contando solo sulle proprie forze. Il tutto, quindi, doveva leggersi come un’allegoria, una metafora drammatica della dinastia dei Medici, qualcosa che, nell’imponenza dell’impianto artistico (immaginiamo il salone interamente coperto dagli arazzi), doveva suscitare non solo ammirazione ma rispetto.

  Dieci anni sono durati i lavori di recupero degli arazzi presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e il Laboratorio del Quirinale, 41 i restauratori che si sono avvicendati nel tempo per preparare un evento che, nel 2015, in occasione dell’Expo, parlerà ai visitatori della cultura come identità italiana (già 7 milioni di biglietti venduti, un milione solo in Cina). Tre città ospiteranno i venti arazzi, Roma nel Salone dei Corazzieri (gennaio-aprile), Milano nella Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale (aprile-settembre) e Firenze, la Sala dei Duecento a Palazzo Vecchio, come al tempo dei Medici (settembre-gennaio 2016).

Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre

  E un “antipasto”, per così dire, è stato presentato nella Sala degli Specchi al Quirinale dove, fra gli altri interventi, il curatore della mostra, Louis Godart, Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Presidente della Repubblica Italiana, ha illustrato i quattro arazzi in mostra al Quirinale. Quattro episodi della saga: Giuseppe venduto dai Fratelli, Giuseppe prende in ostaggio Simeone, la coppa di Giuseppe ritrovata nel sacco di Beniamino, la sepoltura di Giacobbe.  Quattro capitoli di mano di Jacopo Pontormo e Agnolo Bronzino, suo allievo, che i maestri arazzieri fiamminghi hanno riproposto nella loro ricca plasticità figurativa. E il lungo restauro li ha ripristinati sin nelle sfumature, l’ordito reso vivace come un tempo, con le figure, i gruppi, i paesaggi sullo sfondo, tutto in rilievo. D’altronde lo scopo era proprio quello di colpire l’attenzione, per celebrare nello sfarzo decorativo le glorie della famiglia Medici. Godiamocelo, nell’attesa di quello, più spettacolare, che vedrà l’intero ciclo esposto nel Salone dei Corazzieri fra pochi mesi.

Per informazioni www.quirinale.it

Il convito di Giuseppe con i fratelli

1 Commentoa“Il principe dei sogni”

  1. gli arazzi sono splendidi e i loro colori vivacissimi come appena tessuti grazie enzo gio

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