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Passato e futuro alla Crypta Balbi

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                                         Passato e futuro alla Crypta Balbi

di Antonio Mazza

  Numero Cromatico, un collettivo di giovani che opera da 11 anni a livello internazionale sviluppando un tipo di ricerca che coinvolge estetica e neuroscienze, ovvero un dialogo, a livello percettivo, fra le due dimensioni. Neuroestetica è la parola giusta per definire il modo come viene vissuta l’opera d’arte, un modo molto speciale, perché prescinde completamente da un tipo di percezione diciamo così “classica”, che comporta un riscontro soprattutto di tipo emozionale. Qui, invece, ci muoviamo in un campo più complesso, l’area in apparenza ben definita ma in realtà senza confini del sistema nervoso. Il mezzo per provocare il gesto reattivo è un’apposita installazione prodotta da un’intelligenza artificiale e questo dà il senso di proiezione nel futuro. In virtù della digitalizzazione è possibile esplorare oltre il già noto, suggerendo nuovi modelli comportamentali, come viene ora proposto nella Crypta Balbi con “Eternal struggle of my desire”, dove il fulcro dell’evento è il dialogo (e la contaminazione) fra arte contemporanea e archeologia.

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  Ritrovare l’antico “genius loci” nella suggestione degli ambienti ipogei che ospitano testi amorosi generati dall’intelligenza artificiale, filiazione diretta di Numero Cromatico. Piccoli poemi e frasi brevi che compaiono su arazzi e tessuti dalla valenza simbolica perché qui, in epoca SPQR, era una “fullonica”, una tintoria, e dunque c’è un aggancio simbolico con il passato, anzi, quasi un omaggio alla Roma dei nostri padri. E i visitatori, in base alla loro sensibilità, possono avvertire o meno questa trasposizione temporale che, grazie anche ad uno speciale apparecchio applicato sulla fronte (“Mindtooth”), a fine mostra fornirà dati preziosi per valutare nel suo complesso questa particolare esperienza di neuroestetica. La memoria diventa così il punto d’innesto di qualcosa che è insieme gioco e provocazione ma, soprattutto, conoscenza nel segno dell’avanguardia.

Ludovico Pratesi, Direttore artistico di Numero Cromatico, Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale e i giovani del Collettivo e Centro di Ricerca Numero Cromatico

Ludovico Pratesi, Direttore artistico di Numero Cromatico, Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale e i giovani del Collettivo e Centro di Ricerca Numero Cromatico

  Questo evento per la Crypta Balbi diventa il preludio per “una grande stagione di rinnovamento e rigenerazione del tessuto urbano”, come ha sottolineato Stéphane Berger, Direttore del Museo Nazionale Romano, durante la presentazione della mostra. “Gli arazzi di Numero Cromatico riattivano l’energia, la suggestione e la storia di questi spazi”, ha affermato Ludovico Pratesi e, dal canto suo, Marco Bassan nota che “arte contemporanea e archeologia lavorano insieme come un’unica entità intelligente”. Entrambi sono coinvolti in quel fascinoso work in progress che è lo Spazio Taverna, luogo aperto a linguaggi come incontro e sintesi di creatività e innovazione, il primo in qualità di direttore artistico, il secondo che ne ha la curatela. Numero Cromatico agisce e si sperimenta in questa prospettiva.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

  C’è un altro legame simbolico con il passato mediato dagli arazzi. Qui era il monastero di Santa Caterina dei Funari, annesso alla chiesa omonima dove, su impulso di Sant’Ignazio da Loyola, venne fondata nel 1543 la “Confraternita delle vergini miserabili”, con successiva approvazione di papa Paolo III. Erano ragazze orfane o comunque sottratte ai pericoli della strada (e la Roma dell’epoca era piuttosto turbolenta) che, assistite dalla suore, si dedicavano a lavori di cucito, uscendo poi una volta all’anno in corteo: la processione delle zitelle, che attirava i giovani romani in cerca di una brava ragazza da sposare. Ma c’è anche un altro motivo che collega questo antico luogo delle “zite” al percorso poetico che si può fare fra i resti della Crypta annessa al teatro fatto costruire da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C. (e che merita assolutamente una visita: uno dei luoghi più suggestivi della Roma antica). E’ l’amore negato perché costretto in uno spazio fisico, il convento, aperto solo al sogno e al desiderio che travalica il tempo e si afferma con la forza delle parole fra queste antiche mura. Eternal struggle of my desire, appunto.

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“Numero Cromatico – Eternal struggle of my desire”, alla Crypta Balbi fino all’11 dicembre. Da martedì a domenica h.11-18, biglietto euro 8 ridotto 6, cumulativo per le 4 sedi del Museo Nazionale Romano 17 ridotto 13. In occasione della mostra i sotterranei sono visitabili con ingresso libero e contingentato. La prenotazione è obbligatoria per i gruppi (massimo 25 persone) e deve essere fatta almeno 48 ore prima della visita all’indirizzo mn-m.eventi@cultura.gov.it.. I gruppi possono accedere nei seguenti orari 11.30; 12.30; 14.00; 15.00; 16.00; 17.00. Per informazioni museonazionaleromano.beniculturali.it  ma anche numero cromatico.com e spazio taverna.it

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