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rEstate in Ascolto

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                                                                 rEstate in Ascolto

di Antonio Mazza

  Simpatico gioco di parole per introdurre la stagione estiva nella florida “verzura” dei Giardini della Filarmonica, in via Flaminia, dove, per dodici serate musica, danza e multimedialità si fondono in un gustoso cocktail interetnico (come d’altronde avviene ogni anno). “Ascoltare è un arte, non significa solo udire ma soprattutto usare i propri sensi per riuscire a sentire. Con sentimento”, ha dichiarato il direttore artistico Enrico Dindo e, in effetti, proprio così bisogna comportarsi per cogliere il senso di comunione culturale intrinseco alla manifestazione. Resa peraltro possibile grazie alla preziosa collaborazione di ambasciate, associazioni internazionali, istituti di cultura, ben tredici, risultandone un programma quanto mai variegato, dal 16 al 29 giugno.

Dagadana

Dagadana

  Inizio con omaggio a Gyorgy Ligeti a duecento anni dalla nascita, in coppia con Richard Strauss, “Amorevole follia”, pezzi per piano e lieder (rispettivamente Jacopo Petrucci e Rosaria Angotti), Sala Casella h.20. A sera nei Giardini Dagadana, con musiche e canti tradizionali dell’Ucraina e Polonia Orientale in una colorita miscela di folk, jazz ed elettronica (h.21,30). Più sul classico il 17 giugno l’austriaco Chaos String Quartet, Beethoven, Fanny Mendelssohn, ma anche una prima assoluta di Diego Conti, “Une étoile dansante” (Sala Casella h.20). Il verde fa poi da cornice alle suggestive vibrazioni del “taiko”, il tamburo tradizionale giapponese, con l’ensemble Taiko Enishi, un appuntamento da non perdere (Giardini h.21,30).  Frizzante, il 18 giugno, la serata con Musica Amata, ovvero “dilettanti di musica”, non professionisti ma solo appassionati e fu dalla loro passione che nacque la Filarmonica. La parte prima vede impegnati il Trio Gem e il Quartetto Santa Croce(Sala Casella h.20), la seconda la John Cabot Chamber Orchestra, creatura della John Cabot University in Roma (Giardini h.21,30).

Taiko Enishi

Taiko Enishi

  Serata barocca il 20 giugno alla Casella h.20 con l’ensemble I Bassifondi di Simone Vallerotonda, che con la sua tiorba fruga nel repertorio meno noto del XVII secolo (ma figurano anche Kapseberger, grande virtuoso, e Athanasius Kircher, il gesuita di cultura eclettica famoso per la sua “wunderkammer”). Ai Giardini h.21,30 di scena il Messico con Israel Varela e il suo effervescente “Musica Pintada”. Inizia poi il 21, Sala Casella h.20, il ciclo “Intorno a un libro I”, dove le parole scritte si intervallano con le note musicali “ Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer”, di Luca Ciammarughi anche pianista, presentazione di Valerio Sebastiani, con brani di Haendel, Schubert, Chopin, Hahn, Bussotti. E si resta in tema ai Giardini h.21,30 con “Leggerezza eccetera”, ispirato a Italo Calvino nel centenario della nascita, le sue “Lezioni americane” reinterpretate dagli Acustimantico. Il 22 alla Casella h.20 un giovanissimo pianista emergente, il lituano Pijus Pirogovas, già pluripremiato, con un programma che spazia da Scarlatti a Dvarionas. Ai Giardini h.21,30 il repertorio popolare argentino con Carolina Barenbaum e Pablo Martinez.

John Cabot Chamber Orchestra

John Cabot Chamber Orchestra

  Il 23 “Intorno a un libro II”, “Puccini” di Virgilio Bernardoni presentato da Emanuele Franceschetti e, ovviamente, musiche del maestro per quartetto d’archi (Casella h.20). Segue “Colores” a mezzo fra folk e jazz con Marco Sinopoli piano e chitarra elettrica e Roman Gomez chitarra classica e bandoneon, coadiuvati da Marco Siniscalco basso e Marco Rovinelli batteria (Giardini h.21,30). Il 24 siamo alla III puntata di “Intorno a un libro”, Francesco Maria Colombo dialoga con Andrea Penna per il suo “L’aristocratico di Leningrado”, curioso quanto fascinoso viaggio nel mondo dello spettacolo, con il duo pianistico Bravi-Scapicchi quale colonna sonora (Casella h.20). E musica “incatalogabile”, come dice Nicola Piovani, è quella di Germano Mazzocchetti, virtuoso di fisarmonica, con il suo Ensemble (Giardini h.21,30).

Trio Gem

Trio Gem

  Da non mancare il 26 la giornata iraniana, quale simbolica solidarietà verso un popolo, soprattutto i giovani, oppresso da una teocrazia che ben poco ha di “pietas” in senso sia religioso che umano. Si inizia con la mostra collettiva a cura di Bahar Hamze Pour (Sala Affreschi h.18), proseguendo poi con “Poesia di guerra”, di Sabrina Varani, che, attraverso le storie di cinque donne iraniane esiliatesi a Roma, narra della rivolta scoppiata nel 2022, “Donna, vita, libertà”, sanguinosamente repressa dal regime degli ayatollah (Casella h.18,30). In serata “Melodies o an Uprising”, musica classica persiana, per la regia di Shabab Behzadi (Casella h.20) e “Voci dall’Iran”, con melodie dei popoli iranici, prima parte, e musiche contemporanee e tradizionali persiane, seconda parte (Giardini h.21,30). Ovviamente gli esecutori sono tutti artisti già presenti in Italia, data l’impossibilità di uscire da un paese dove i diritti umani sono regolarmente ignorati.

I Bassifondi

I Bassifondi

  Martedì 27, “Intorno a un libro IV”, Giovanni Bietti e il suo “Schubert: il laboratorio del non finito, il mistero che si cela nell’Incompiuta analizzato in chiave storico-estetica, con una sonata per piano (Marianna Pulsoni) anch’essa sull’indefinito, “Reliquie” (Casella h.20). Segue la Grecia con il Beraber Trio, musiche tradizionali e contemporanee -greche, turche, arabe armene- dall’XI secolo ad oggi (Giardini h.21,30). E siamo al V capitolo libresco con “Verdi” di Paolo Gallarati in dialogo con Alessandro Avallone, mentre il soprano Marianna Mappa e Angela Naccari al piano eseguono celebri arie verdiane (Casella h.20). Non manca poi un “Serata zigana”, Danilo Rossi & New Gipsy Project, sorta di jam session su ritmi classici e balcanici (Giardini, h.21,30). Gran finale il 29 alla Casella h.20, “Connections”, concerto multimediale che vede coinvolti ben otto prestigiose istituzioni (Università di Roma “Tor Vergata”, Università della California-Irvine, “Temple University” di Philadelphia, Columbia University di New York, Accademia delle Scienze Applicate di Berna, Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, Conservatorio di Musica “Licinio Refice” di Frosinone). Si chiude nel segno di Roma, con Angelo Maggi, Monica Ward e la Banda dell’Uku in un viaggio poetico canoro nell’anima popolare della Città Eterna (Giardini h.21,30).

Per informazioni più dettagliate sui programmi, prenotazioni e biglietti www.filarmonicaromana.org

Ogni sera nei Giardini funziona Hummus Town, il punto ristoro. Cucina etnica.

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