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Suoni dal Sol Levante

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                                                Suoni dal Sol Levante

di Antonio Mazza

  Il “Taiko”, tamburo classico giapponese, strumento di origine antichissima che, nella cultura locale, ha una doppia valenza, rituale e profana. Da un lato la componente sacra, legata ai riti sciamanici o come accompagnamento alle cerimonie shintoiste, dall’altro una vena schiettamente popolare, fungendo da colonna sonora delle “matsuri”, feste tradizionali (ma le percussioni del Taiko figurano spesso anche  in teatro, nelle rappresentazioni No e Kabuki). Insomma uno strumento che, nella sua poliedricità, racchiude in sé l’essenza dello spirito nipponico, questa complessa cultura dove la Tradizione conserva un suo posto di rilievo in un paese tecnologicamente proiettato nel futuro (ed è bene che sia così, mai dimenticare le proprie radici).

Kanazashi Keita

Kanazashi Keita

  Dunque un patrimonio notevole al quale ha attinto e si è ispirato il “Taiko Enishi”, ensemble fondato nel 2017 in Spagna da Keita Kanazashi che ne è leader e compositore, insieme a due giovani percussionisti, Rodrigo Guerrero san Vicente e Andrea Osés Abad, in una performance “live” nei giardini della Filarmonica. Apre Keita, da solo, un battito dapprima lieve poi sempre più in crescendo, una vibrazione che, dilatandosi, esprime qualcosa di ancestrale. Nei colpi ora secchi ora profondi, in quell’intervallare i vari tipi di taiko, anche con l’intervento di Rodrigo e Andrea, è come riverberasse la voce segreta della Terra. Quindi un aspetto fra panico e mistico e non a caso il suono del taiko nei rituali shintoisti è diretto a celebrare i “Kami”, le divinità.

Andrea Osés Abad

Andrea Osés Abad

  Quando Keita dalla percussione passa allo “shinobue”, il flauto traverso giapponese, la suggestione aumenta, anche perché evoca immagini care alla nostra memoria di cinefili (i grandi maestri, Ozu, Mizoguchi, Kurosawa). Keita è un magnifico virtuoso, non percuote solo ma “sente” il tamburo, fisicamente, è uno stato d’animo e lo si avverte da come agisce sul palco. Lui e il taiko sono “Zen” e quando l’ensemble è all’unisono, sia eseguendo musica tradizionale, sia spingendosi sul versante occidentale, è una sola, tumultuosa e ribollente e tuttavia dolce vibrazione. Un moto tellurico che dai giardini della Filarmonica s’innalza verso un cielo limpido appena increspato dallo svolìo di un gabbiano nottambulo.

Rodrigo Guerrero san Vicente

Rodrigo Guerrero san Vicente

1 Commentoa“Suoni dal Sol Levante”

  1. Un articolo interessante che ti fa sentire, si’ sentire, la spiritualità della tradizione nipponica.

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