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I Momix e Alice

  Sagome che fluttuano in una vertigine di luci ed ombre, immagini che appena abbozzate diventano già un’altra cosa, l’illusione e il senso di una continua metamorfosi quale baricentro di ogni attimo vissuto-interpretato sul palcoscenico. Questa è l’essenza dei Momix, il loro particolare linguaggio visivo-gestuale che si potrebbe definire un misto di arte allo stato puro e goliardia di alta classe. Di certo la loro è un’esperienza quanto mai fascinosa lunga 40 anni, iniziata nel 1980, quando il regista e coreografo Moses Pendleton, già famoso per il Pilobolus Dance Theatre, fonda questo nuovo gruppo. E sin dall’inizio è una fantasmagoria di colori, luci, effetti speciali e danza quale protagonista assoluta, che si combina in forme sempre cangianti, un caleidoscopio che, nella lunga carriera dei Momix, ha significato spettacoli come “Passion”, “SuperMomix”, “Opus Cactus”.

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E ora “Alice”, rivisitazione del classico di Lewis Carrol, ispirata, come dice lo stesso Pendleton, dal Calendario Pirelli 2018, il cui tema era proprio la celebre fanciulla. E così la creatività di Moses è esplosa, “Vedo Alice come un invito a inventare, a fantasticare, a sovvertire la nostra percezione del mondo, ad aprirsi all’impossibile”. Ne è seguita una full immersione nella Tana del Coniglio, ovvero una pirotecnica incursione nei meandri dell’Es, che si esplica in una serie di quadri viventi dove la figura umana si compone e scompone di continuo. Grazie ad una lussureggiante coreografia il viaggio di Alice in questo mondo sotterraneo, dove ogni cosa è al contempo il suo contrario, acquista un sapore epico, il sapore dolceamaro del viaggio che si compie all’interno di sé.
Ma è un percorso introspettivo molto particolare, costellato di personaggi-simbolo che animano un sogno sempre in bilico fra levità ed incubo, perché forse non è un sogno ma come una sospensione allucinata fra realtà e uno stato di sopore. E nel mezzo si formano si alternano e dileguano le visioni, i personaggi che accompagnano Alice in questo grottesco pellegrinaggio in un mondo capovolto. Il Bianconiglio, Il cappellaio matto e la cerimonia del tè (la famosa festa del non-compleanno), Lo Stregatto, il Bruco, la Regina folle e lei che una pozione magica rimpicciolisce o ingigantisce. E’ tutto un gioco di rimandi, echi e riflessi, una plasticità figurativa che, ideata da Moses Pendleton (ispiratosi alle illustrazioni originali di John Tenniel), s’incarna perfettamente nei Momix, questa magnifica compagnia di ballerini-acrobati.
I Momix in prima mondiale al Teatro Olimpico, dal 20 febbraio al 3 marzo (Direttore artistico Moses Pendleton, co-direttore Cynthia Quinn). Tutti i giorni h.21, domenica h.17, sabato 2 marzo h.17 e 21, lunedì riposo. Biglietti da 40 a 30 euro. Per informazioni 063201752,  www.filarmonicaromana.org  e www.teatroolimpico.it

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