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La “miope” Europa si sta svegliando?

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  Ci voleva un ulteriore tocco tragico alla tragedia in corso perché l’Europa prendesse finalmente coscienza che nel Mediterraneo è in atto un esodo epocale, di quelli che segnano un momento della Storia. Doveva morire il piccolo Aylan per far comprendere la “fisicità” della migrazione, fatta di migliaia di corpi che spesso si perdono in mare: una “fisicità” che si è sovrapposta in modo brutale alle considerazioni più o meno etiche dei vari leaders europei stravolgendole. E quella “fisicità”, fatta di paura, stanchezza, dolore, è ora percepita anche da paesi prima inattivi innanzi al problema.

  Austria e Germania si stanno distinguendo per la loro umanità, un’accoglienza che davvero colpisce e non importa se, a livelli governativi, vi sia un calcolo politico (intendo la Merkel), ciò che conta è la fine di un incubo per migliaia di migranti. Belle e commoventi le immagini, con i cittadini che li accolgono in festa, ben consapevoli delle ferite che essi recano non solo sul corpo ma nell’anima, estirpati con violenza dalle loro radici. E, soprattutto, mi è rimasta impressa la sequenza di alcuni giorni fa, dei viennesi che manifestavano per l’accoglienza, in testa i poliziotti con il casco in mano.

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  E come diversa questa immagine “umana” da quella dei loro colleghi che, in Ungheria usavano lo spray urticante o, altrove, il manganello, comportandosi da sbirri e basta. Perché in Europa, l’abbiamo visto, la reazione al problema non è affatto omogenea, all’Est anzi di decisa violenza. Ma i muri e i lacrimogeni non servono innanzi a questo esodo biblico che è solo agli inizi e che un’Europa miope non ha saputo né voluto prevedere e prevenire.

  Era ovvio e naturale che un’Africa e parte del Medio Oriente squassati da guerre civili, colpi di stato, integralismi vari e fenomeni naturali (il Sahel) se non assistita in qualche modo dall’Occidente avrebbe finito con l’implodere, come sta avvenendo. Ma sia America che Europa hanno pensato solo ai loro interessi, a cominciare dalla “esportazione della democrazia”, che si è rivelata una trappola mortale, e poi via via passando per la Libia senza Gheddafi fino alle primavere arabe, tutto dall’Occidente vissuto con superficialità quando era importante prendere posizione (soprattutto nel caso delle primavere arabe). E i risultati li vediamo, con l’Isis che avanza saldandosi agli altri movimenti integralisti come Boko Aram o al –Shabab ed imponendo la sua allucinante Cultura del Nulla.

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  Ma torniamo al problema degli immigrati. Se una parte d’Europa non li vuole un’altra parte li sta accogliendo con entusiasmo, perfino l’Islanda che si trova alla periferia dell’Europa. Tuttavia questa è solo la fase iniziale, di approccio umano e solidarietà, i problemi verranno dopo, con le nuove, inevitabili ondate di profughi, non migliaia ma forse milioni. Che fare? Soprattutto per quanto riguarda l’Italia, la più esposta? Non abolire Shengen ma gli accordi di Dublino sì, che per noi sono un cappio al collo, avendo riempito i centri d’accoglienza in maniera non priva di pericoli (vedi il Cara di Mineo). In tal modo si snellirebbero anche le pratiche connesse a identificazione, permessi e varie.

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  Ma il problema dei problemi è che non siamo in grado, noi come tutta l’Europa, di sostenere l’impatto con milioni di persone in fuga: non ci sono strutture sufficienti né possibilità “totali” di inserimento lavorativo (particolarmente in Italia). La situazione di emergenza alimenta i rigurgiti razzisti destinati, se non si trova un punto di equilibrio, a creare sul medio-lungo periodo una fase di destabilizzazione a livello europeo (Salvini, Le Pen, Horban, i gruppi neo nazisti). Bisogna quindi prendere atto che la crisi è globale e solo con un impegno congiunto Europa-Stati Uniti si può tentare di affrontare il problema. Diplomaticamente e, se necessario, militarmente, ma occorre la volontà di farlo e questa, per ora, non c’è.

1 Commentoa“La “miope” Europa si sta svegliando?”

  1. I giorna(lett)isti nostrani continuano a mostrarci immagini strappalacrime, dal bambino morto alla piccolina che offre un biscotto al poliziotto, sprecando fiumi di inchiostro su esodi biblici, migrazioni epocali e quant’altro. Tutti a parlare dell’effetto e non della causa di questa situazione infernale.
    Troppo difficile e doloroso dire che la causa siamo noi occidentali, con le nostre politiche totalmente sbagliate con le nostre pretese di pensare che l’unico modo di agire nel giusto è il nostro.
    Abbiamo levato di torno i vari Saddam, Gheddafi, Mubarak, senza ancora una volta capire che dietro l’angolo c’erano in paziente attesa carogne ben peggiori di questi. Non ci è servita a nulla la lezione dell’Afghanistan del 1979-1989 quando i Russi invasero il paese, certo per il loro tornaconto imperialista, ma ben sapendo anche quello che avevano in mente i mujaheddin comandati da un certo Bin Laden. Tutto abbiamo creduto alla crociata americana per la democrazia contro il mostruoso orso sovietico e poi abbiamo visto i risultati.
    Il problema non sono i migranti, il problema siamo noi che abbiamo permesso all’IS di fare quel che vuole, ammazzare, stuprare, anche vendere esseri umani su internet.
    I benpensanti dicono che non è possibile un attacco di terra per via della miriade di clan che in medio oriente fanno il bello e il cattivo tempo. E se ne accorgono ora?
    Leggo sui giornal(ett)i italiani che Putin ha da tempo truppe e armamenti in Siria.
    Se mai decidesse di aiutare sul serio il cattivissimo Assad a combattere l’IS, cosa faranno americani ed europei? E soprattutto cosa diranno all’enorme massa di profughi diseredati ?
    “Scusate, ma qualcuno ha fatto il lavoro sporco, ora ve ne potete tornare a casa… Sciò,via!…Iatevenne!…”

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