mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

Quegli anni di guerra

       0

                                                 Quegli anni di guerra

di Antonio Mazza

  Sì, certo, fa parte della nostra memoria storica, come ha sottolineato il sindaco Roberto Gualtieri nella conferenza stampa di presentazione, la memoria cittadina, di Roma quando, nel 1943, era un obiettivo dei B-17 americani. Una memoria scomoda, che fa ancora male, la guerra e le sue tante tragedie umane che lacerarono l’anima antica dell’Urbe, dal bombardamento di San Lorenzo al massacro delle Fosse Ardeatine. Una memoria drammatica che ritorna con l’apertura al pubblico del bunker di Villa Torlonia, allestito nel 1942 per proteggere Mussolini e la sua famiglia che lì vivevano dal 1929, quando il principe Giovanni aveva affittato la Villa al Duce al prezzo simbolico di una lira. Sorse sotto il rifugio precedentemente costruito nel 1941 i cui locali, consolidati da una struttura di cemento armato spessa 120 centimetri, erano dotati di porte antigas e di un sistema di depurazione e ricambio d’aria.

Una porta di accesso al bunker.

Una porta di accesso al bunker.

  Un lungo e meticoloso restauro che ha visto l’impegno di Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali (infatti, alla presentazione, è intervenuto Claudio Parisi Presicce, sovrintendente capitolino) su progetto a cura di Federica Pirani e Annapaola Agati, organizzazione e servizi museali a cura di Zètema Progetto Cultura (da citare anche Luca Scarsella e Giovanni Carluce). Un restauro di tipo filologico, consultando documenti d’epoca, che tuttavia non si è limitato al recupero in sé, ma ha cercato di ricreare il particolare clima di quei giorni  tragici, quando il lugubre suono della sirena precedeva un attacco dal cielo e nei rifugi affollati il tempo era scandito dal tonfo delle bombe. Così, grazie ad un ingegnoso intervento di tipo multimediale, il visitatore può vivere una forte esperienza di “immersione sensoriale”, come ha detto Federica Pirani, tornando indietro nel tempo.

Il corridoio del bunker.

Il corridoio del bunker.

  Si scende in quello che è il primo rifugio, sulle cui pareti sono proiettate immagini della vita di Mussolini e del suo nucleo familiare, le nozze di Edda con Galeazzo Ciano, gli orti di guerra di donna Rachele, incontri con diplomatici esteri o personalità (Marconi, per esempio). Poi si scende ancora, 6 metri sotto il Casino Nobile, il bunker vero e proprio, planimetria a croce, una galleria simile ad un grande cilindro lunga 15 metri con diametro di 2,50, tre sale ai lati ed una protezione in muratura in cemento armato spessa 4 metri. E qui, nei vari spazi, grazie a materiale Luce d’epoca, si configurano voci e suoni di un tempo per noi lontano ma ancora, in molti, troppi angoli del nostro pianeta, ancora drammaticamente attuali.

Uno dei manifesti che tapezzavano Roma negli anni di guerra.

Uno dei manifesti che tapezzavano Roma negli anni di guerra.

  Sono situazioni che coinvolgono emotivamente, come la stanza sulle cui pareti scorrono immagini di quel fatidico ’43, il quartiere di San Lorenzo colpito duramente, la chiesa sventrata, gente che si aggira smarrita fra le macerie. E in mezzo, sul pavimento, altre immagini, le fortezze volanti che cercano gli obiettivi  e poi sganciano le bombe. Due prospettive in contrasto, l’una di morte e l’altra puramente meccanica, quasi asettica in quel premere il pulsante che scatena l’inferno. Più umana pur nella sua drammaticità è invece la sala dove, sempre sulle pareti, viene rappresentata la vita in un rifugio antiaereo. Al suono della sirena entrano varie persone che si sistemano in attesa, chi gioca a carte, un ragazzo legge il “Corriere dei piccoli”, altri discutono, fino al cessato allarme.

Ai lati scorrono immagini della città bombardata, al centro una fortezza volante sgancia le sue bombe.

Ai lati scorrono immagini della città bombardata, al centro una fortezza volante sgancia le sue bombe.

  Ma il momento forse più intenso e, se vogliamo, brutale per il suo realismo che sorprende il visitatore è l’esperienza immersiva diretta, il trovarsi al centro di un’incursione aerea, avviluppato dal frastuono degli scoppi, con il terreno (il pavimento del bunker) che vibra per le esplosioni. Effetto surround, un che di angoscia e straniamento fino all’uscita, nel parco, studiata apposta per dare al percorso ipogeo come un senso di metafora. Dalle tenebre della follìa umana, qual è la guerra, al richiamo alla vita, nonostante tutto.

La vita continua nel rifugio antiaereo.

La vita continua nel rifugio antiaereo.

Il bunker è visitabile con prenotazione obbligatoria dal venerdì alla domenica ad orari fissi. Biglietto intero euro 12 , ridotto 6, anche per MIC card. Per informazioni 060608, www.museivillatorlonia.it, www.sovraintendenzaroma.it e www.zetema.it

Un ricevimento a Villa Torlonia (archivio personale).

Un ricevimento a Villa Torlonia (archivio personale).

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera