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L’America di Edward Hopper

Hopperimmag

HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA

di Antonella D’Ambrosio


In sala solo il 9 e 10 aprile  l’atteso documentario su Edward HOPPER che ci farà ascoltare le parole del pittore e vedere tanti suoi quadri poco conosciuti. Il film evento su uno dei simboli dell’arte statunitense svela un’America popolare, silenziosa e misteriosa, capace di influenzare pittori come Rothko e Banksy, cineasti come Alfred Hitchcock e David Lynch, ma anche fotografi e musicisti. Le sue opere sono capaci di creare una grande curiosità, perché ci fa sempre immaginare altro con i volti abbassati dei personaggi inseriti che non mostrano la loro espressione.

Josephine Nivison, Hopper Self Portrait

Josephine Nivison, Hopper Self Portrait


Il documentario diretto da Phil Grabsky analizza approfonditamente l’arte di Hopper (1882-1967), la sua vita e le sue relazioni personali, dagli esordi al rapporto con la moglie: Jo abbandonò la sua promettente carriera artistica per fargli da manager, consigliarlo e accudirlo con intelligenza e spirito di sacrificio. La personalità enigmatica del pittore è alla base della sua capacità di indagare la solitudine, come nessuno prima di lui era riuscito a fare, e la formula del successo delle tele così particolari. Con l’ausilio di interviste di esperti – come sempre questo ciclo de La Grande Arte al Cinema sa fare – e di letture dei diari e grazie anche a un sorprendente sguardo gettato sul suo
quotidiano, HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA fa rivivere l’artista probabilmente più influente di tutta la storia statunitense; pittore importante è chi ha una sua idea: ha qualcosa da comunicare, una filosofia sottesa.

"Cape Cod Evening", 1939.

“Cape Cod Evening”, 1939.


Le parole dell’artista ci spiegano il suo amore per l’architettura e i paesaggi aperti e talvolta desolati degli States, in contrapposizione ai pittori suoi contemporanei, dediti a cercare la bellezza nei paesaggi marini. Conosceremo Josephine Verstille Nivison, la determinata compagna di vita, musa e modella, con i suoi segreti pensieri di amore tenero e appassionato affidati al diario Spiega il regista Phil Grabsky: “Inizialmente sono stato attratto dall’idea di un uomo scorbutico, monosillabico e sgradevole, ma ho imparato che questa era una sintesi molto ingiusta dell’uomo Hopper, che è stato molto più complicato e complesso di così. Durante gli studi per il film, ho anche scoperto che non si può capire Edward Hopper senza capire sua moglie, Jo. È per questo motivo che, con il progredire delle ricerche, abbiamo cambiato il titolo in Hopper: Una storia d’amore americana, alludendo sia al suo amore per l’architettura e i paesaggi americani, sia al suo rapporto con Jo. L’eliminazione della folla dalle sue scene urbane ci permette di concentrarci sulla narrazione di una persona sola e della sua solitudine”.

"Chop Suey", 1929.

“Chop Suey”, 1929.

HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA è prodotto da Phil Grabsky con Exhibition on Screen. La
colonna sonora è di Simon Farmer. La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo
Digital. Per il 2024 la Grande Arte al Cinema (elenco sale su  nexodigital.it ) è distribuita in esclusiva per l’Italia da
Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

"Gas", 1940.

“Gas”, 1940.

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