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Quando, al termine della cattività avignonese, Martino V Colonna fece ritorno a Roma, ne sancì la rinascita dopo un secolo di abbandono da parte dei papi. Una rinascita non solo edilizia ma anche artistica, poi proseguita dal suo successore, Eugenio IV Condulmer, protettore della nascente cultura umanistica (questa troverà il suo fulcro nell’energica azione di Pio II Piccolomini, egli stesso un grande umanista). E’ in questo clima di fervore creativo, che vide quali protagonisti pittori del calibro di Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Pinturicchio e letterati come Leon Battista Alberti e Flavio Biondo che matura l’arte di un grande pittore della Roma agli albori della Rinascenza. Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano, con bottega in via Cerasa, l’odierna piazza Rondanini, il cui notevole percorso artistico viene proposto per la prima volta in una bella mostra a Palazzo Barberini (“impaginata”, per così dire, da una vivace messa in scena architettonica che ne illustra le varie fasi pittoriche).

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